Estero
Migranti: 316 arresti finora al confine serbo-ungherese. E la rotta si sposta verso la Croazia
HORGOS, 16 SETTEMBRE 2015 - Migliaia di migranti e profughi sono rimasti bloccati ieri notte in territorio serbo nella terra di nessuno al confine con l'Ungheria, sigillato dalle autorità di Budapest con una barriera di metallo e filo spinato. La tensione è altissima. Dopo l'entrata in vigore ieri delle nuove norme più restrittive sull'immigrazione che prevedono l'arresto, il processo per direttissima e l'espulsione per chi entra illegalmente nel Paese 367 migranti sono riusciti ugualmente a entrare in Ungheria ma sono stati arrestati dalla polizia. I profughi che hanno presentato domanda di asilo sono stati finora solo 70 e 40 domande sono state già respinte. [MORE]
Scontri al confine. Intanto centinaia di migranti continuano a premere sulla barriera che interrompe l'autostrada a Horgos, al confine tra Serbia e Ungheria. Nella tarda serata gruppi di migranti, sopratutto donne e bambini, avevano accettato di recarsi nel centro di prima accoglienza di Kanjiza, per passare la notte al riparo. Unhcr ha inviato alcuni autobus per dar modo a chi volesse di dormire al chiuso. Gli altri sono rimasti davanti al muro, dormendo sull'asfalto o sotto le piccole tende montate nei campi circostanti, tra vestiti, scarpe, rifiuti e escrementi. Molti di loro hanno iniziato uno sciopero della fame. La Serbia sta cercando di convincere le autorità ungheresi a trovare una soluzione condivisa e a far passare i profughi, accusando i vicini di trattare la nazione “come un campo di concentramento”.
Cambia il percorso. Alcuni autobus di migranti provenienti dal sud della Serbia sono giunti al posto di confine serbo-croato di Sid, a conferma che i profughi in Marcia sulla rotta balcanica - per raggiungere Germania e nord Europa - si starebbero orientando a seguire itinerari alternativi per aggirare il muro 'difensivo' dell'Ungheria: "E' un sistema di ricadute...se i migranti non possono andare da qualche parte, c'è la realistica possibilità che vengano nella nostra direzione", ha dichiarato Zlatko Sokolar, capo dell'amministrazione di frontiera del ministero dell'Interno croato. Il premier croato Zoran Milanovic ha tuttavia assicurato che il suo Paese lascerà passare i migranti e i profughi che nelle ultime ore hanno cominciato ad affluire in Croazia, circa 150 nella notte di ieri sera. Ma un nuovo pericolo attende i profughi al confine con la croazia: le oltre 50.000 mine rimaste inesplose durante la guerra dei Balcani negli anni Novanta.
Ritrovare lo spirito europeo. Una situazione di stallo favorita da un'Unione europea sempre più sfilacciata. L'Ungheria potrebbe chiudere anche la frontiera con la Romania, mentre l'Austria ha annunciato l'intenzione di ripristinare i controlli con l'Italia. Per questo la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha chiesto la convocazione di un summit speciale Ue il prossimo 22 settembre. "Se vogliamo risolvere a crisi migranti bisogna tornare indietro allo spirito europeo", ha aggiunto la cancelliera, sottolineando di non voler fare ricorso alle minacce. Un'allusione alle parole del ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maiziere, di fronte alla dura opposizione di quattro Stati membri dell'Est alle quote di ridistribuzione dei migranti, che ieri aveva proposto di aumentare la pressione, tagliando loro i fondi di sviluppo Ue. "Le minacce non sono il modo per arrivare a un accordo", ha tagliato corto la Merkel: "E' un problema europeo e la crisi deve essere risolta dall'Ue nel suo insieme".
Tiziano Rugi