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Michele Scarponi: da gregario a capitano, una vita per il ciclismo
FILOTTRANO (AN), 22 APRILE 2017 - È un giorno triste per il ciclismo e per lo sport. Michele Scarponi è morto a 37 anni travolto da un furgone mentre si allenava nel suo paese, Filottrano, in provincia di Ancona. Un tragico destino quello dell’atleta marchigiano, campione soprattutto di umiltà e simpatia e per questo molto amato dai tifosi e apprezzato dai colleghi che oggi ne piangono la scomparsa.
Scalatore, professionista dal 2002, solo 5 giorni fa aveva ritrovato il sapore della vittoria - che gli mancava da quattro anni - aggiudicandosi la prima tappa del Tour of the Alpes. Nel 2011, dopo la squalifica di Alberto Contador, gli venne assegnata a tavolino la vittoria del Giro d'Italia, corsa che lo ha visto classificarsi tre volte quarto. Ancor prima, nel 2009, aveva vinto la Corsa dei Due Mari: la Tirreno-Adriatico. Nello stesso anno aveva indossato la maglia della nazionale italiana prendendo parte al Mondiale di Mendrisio, dal quale fu però costretto a ritirarsi. Andò meglio nel 2013 quando, tornato a vestire la maglia azzurra ai Mondiali in Toscana, si piazzò 16esimo. [MORE]
La carriera: dagli inizi allo stop per doping
Michele Scarponi, dopo alcuni anni tra i dilettanti, debutta tra i professionisti nel 2002 con l'Acqua & Sapone-Cantina Tollo, squadra di Mario Cipollini. Consegue subito una vittoria di tappa nella Settimana Ciclistica Lombarda. L'anno seguente passa alla Domina Vacanze-Elitron, e ottiene vari piazzamenti, tra cui il settimo posto all'Amstel Gold Race e il quarto alla Liegi-Bastogne-Liegi. Nel 2004 si aggiudica la Settimana Ciclistica Lombarda e la storica Corsa della Pace. L'anno successivo si trasferisce in Spagna, dopo il passaggio alla Liberty Seguros di Manolo Saiz, e ottiene il 12esimo posto alla Vuelta. Il 2006 getta un'ombra sulla sua carriera: con tutta la squadra, infatti, rimane coinvolto nello scandolo doping, la famosa Operación Puerto. Dopo aver ammesso alla Procura del Coni i propri legami col medico Fuentes, Scarponi viene squalificato, nel luglio 2007, per 18 mesi, per violazione dell'articolo 2.2 del codice WADA ("uso o tentato uso di metodo vietato").
Il ritorno alle competizioni e la vittoria del Giro d’Italia 2011
Dopo lo stop, è Gianni Savio a ridare fiducia all’atleta marchigiano. Il dirigente sportivo torinese, infatti, lo vuole nella sua squadra, la Serramenti PVC Diquigiovanni, con la quale Scarponi vince la Tirreno-Adriatico del 2009. Nel 2010 arriva quarto al Giro vinto da Ivan Basso. Nello stesso anno si piazza secondo al Lombardia, battuto da Gilbert. Nel 2011 cambia ancora una volta team, approdando alla Lampre di Beppe Saronni, con cui ottiene il secondo posto al Giro, dietro Contador e davanti a Vincenzo Nibali, salvo poi conquistare la vittoria a tavolino in seguito alla squalifica del ciclista spagnolo per positività al clenbuterolo. Si piazza ancora una volta quarto nella corsa rosa sia nel 2012 che nel 2013.
Il passaggio all’Astana di Vincenzo Nibali
Nel 2014 è l'Astana di Vincenzo Nibali a volere Scarponi. Dopo l'ottavo posto al Giro del Trentino, quell’anno il marchigiano prende parte al Giro d'Italia con gradi di capitano, ma una caduta lo costringe al ritiro. Nello stesso anno gareggia al Tour de France. Il 2016 è l'anno del trionfo al Giro d'Italia di Vincezo Nibali, al cui successo Scarponi contribuisce in veste di gregario. Con lo stesso ruolo prende parte anche alla Vuelta a España 2016, dove corre per aiutare il giovane compagno di squadra Miguel Angel Lopez. Tuttavia, il colombiano è costretto a ritirarsi a causa di alcune cadute, pertanto Scarponi assume i gradi di capitano e porta a casa l’11° posto nella generale, chiudendo a 15'33" da Nairo Quintana.
Il resto è storia degli ultimi giorni: l'Astana lo nomina capitano in vista del Giro D'Italia, dopo il forfait per infortunio di Fabio Aru. In attesa della Corsa Rosa, Scarponi prende parte al Tour of the Alps, vincendone la prima tappa, appena cinque giorni fa. Era tornato a casa ieri. Giusto il tempo di stare un po' con la moglie Anna e i piccoli Tomaso e Giacomo, stamattina presto era di nuovo in bici per allenarsi, poi il tragico impatto.
Il cordoglio del mondo dello sport
Dai colleghi Nibali, Aru e Contador, al Presidente del CONI Giovanni Malagò, passando per Roberto Mancini, in tanti hanno espresso il proprio sconcerto e cordoglio per la morte di Scarponi.
Non lo so , non c'è la faccio ! Non ho parole amico mio...
— Vincenzo Nibali (@vincenzonibali) 22 aprile 2017
Tragedia infinita. Non esistono parole. Riposa in pace Amico mio.
— Fabio Aru (@FabioAru1) 22 aprile 2017
Paralizado y sin palabras ante la noticia sobre el atropello a Scarponi,gran persona y siempre con una sonrisa contagiosa.D.E.P amigo.
— Alberto Contador (@albertocontador) 22 aprile 2017
Profondamente colpito dalla tragica scomparsa di Michele #Scarponi. Lo sport italiano si stringa in un forte abbraccio alla famiglia. pic.twitter.com/LSWBA6Lm7T
— Giovanni Malagò (@giomalago) 22 aprile 2017
Ancora non ci credo, 5 giorni fa la tua ultima vittoria oggi la più brutta delle notizie. Un abbraccio forte alla tua famiglia. Ciao Michele pic.twitter.com/58Ol8d7Lll
— Roberto Mancini (@robymancio) 22 aprile 2017
[foto: da Twitter]
Antonella Sica