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MGFF, voilà le roi Michel Platini

Seconda serata della kermesse che ha avuto come protagonista assoluto uno dei più grandi calciatori dell’era moderna 


CATANZARO - C’era grande attesa ieri sera al Magna Grecia Film festival per l’arrivo all’Arena porto di uno dei più grandi campioni del calcio degli anni ’70 – ’80, Michel Platini.

Il campione francese ha calamitato l’attenzione del pubblico di sportivi amanti del calcio e tifosi/appassionati dei colori juventini che hanno acclamato “le roi” - come simpaticamente definito ai tempi in cui giocava – fin dal momento del suo ingresso sul palco.

“E’ un piacere essere qui. 40 anni fa giocai qui e feci due gol e mi dissero “non farti più vedere”, ma ora dopo 40 anni sono qui ed è un piacere". Ha così esordito Platini al MGFF riferendosi al Catanzaro-Juventus del 1983 che terminò con il risultato di 1-2 con reti siglate da De Agostini e doppietta proprio del francese.  

Dopo essere stato presentato dall’amico ed ex compagno nella Juventus Massimo Mauro, leggenda del calcio catanzarese che con Platini ha vinto uno scudetto e una Coppa Intercontinentale, Platini comincia a raccontarsi

come uomo e come calciatore. A stimolarlo ci ha pensato il giornalista Sky Federico Buffa attraverso un’intervista piacevole e a tratti coinvolgente.

Platini ha detto di essere cresciuto con il mito di Pelè che all’epoca in cui era ragazzino era l’idolo di tutti, il più grande calciatore del dopoguerra. Ad instradarlo nel mondo del calcio è stato il padre che allenava la locale squadra del Joeuf, piccolo centro in provincia di Nancy dove è nato.

“La mia passione per il calcio - racconta il francese - si è fatta strada nonostante in Francia non c’era la cultura per lo sport in generale e per il calcio in particolare. Non esisteva il mestiere del calciatore.  Con il trascorrere degli anni il calcio ha cominciato ad essere praticato in modo sempre pi+ costante e la nazionale francese ha avuto modo di farsi apprezzare dagli amanti di questo sport”.

Sollecitato dall’intervistatore questo il passaggio sul grande Johann Cruijffera il mio modello ma nel modo di giocare eravamo completamente diversi”.

Sul calcio moderno Platini afferma di viverlo con maggior distacco di un tempo “Troppe partite in televisione, vedi i giocatori tutti i giorni e perdi così il piacere di vederli ancora”.  



Tanti sono gli aneddoti dentro e fuori dal campo che hanno mantenuta alta l’attenzione del pubblico.

Fondamentale per la sua carriera la conoscenza di Agnelli e il suo passaggio alla Juventus prendendo il posto di Brady proprio l’anno successivo rispetto a quando l’irlandese aveva consegnato la seconda stella alla Juventus siglando il rigore decisivo a Catanzaro nell’ultima gara di campionato.

Nel parlare dell’Avvocato Platini ricorda di essere stato invitato per i suoi 70 anni a Parigi. Era per lui la prima volta che veniva invitato in un’occasione del genere. Si presentò con la cravatta nera a differenza degli altri ospiti che indossavano lo smoking. “Gli ho regalato il primo Pallone d’oro che ho vinto – dichiara il campione francese - Mi dice: è tutto d’oro? Ed io scherzando “No Avvocato, se fosse stato tutto d’oro non glielo avrei regalato”.

“Alla fine – ricorda Platini – prende la parola e parla di quattro persone, la donna che l’ha cresciuto di cuio non ricordo il nome, di suo nonno, di Kissinger “poi voglio parlare di Michel Platini… Ricordo cosa ha detto Agnelli: “Abbiamo preso un giocatore di un paese che non capisce niente di calcio e ha imparato a giocare al pallone”. E’ stato bellissimo».

Iera sera abbiamo avuto modo di scoprire anche l’uomo Platini, simpatico e loquace oltre ad essere il campione che tutti conosciamo, vincitore di tre palloni d’oro, tre volte capocannoniere nel campionato italiano e autore di 103 reti in 223 incontri disputati in Italia.

Al termine dell’intervista Platini viene premiato con la Colonna d’Oro del maestro Spadafora con la seguente motivazione “Talento irriverente, geniale e dall’innato senso del gol. Campione di grande generosità e lealtà, mai allontanato dal campo per espulsione in tutta la sua carriera. Fuoriclasse dal piede d’oro capace di trasformare ogni tocco di palla in una sorprendente opera d’arte. Michel Platini stella del firmamento sportivo resta e resterà per sempre le roi, il Re.”

Ha ricevuto infine un omaggio nel segno della tradizione calabrese offerto dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo.

Au revoir Platini. A bientot roi Michel.



Maurizio Martino