Cronaca
Mezza Pompei prossima al crollo
MILANO, 5 GENNAIO 2012 – Che Pompei fosse a rischio, ormai, l’avevano capito tutti. Tra il 2003 e il 2011 si sono registrati circa una ventina di crolli, tra i quali, il più clamoroso, il cedimento della Schola Armaturarum. Ora, ciò che emerge dalla Carta del rischio archeologico è sconfortante: più del 50% della città è ad alto rischio, e per i restauri si dovrà ancora attendere.[MORE]
I dati allarmanti emersi dalla Carta realizzata dalla soprintendenza, e inviata al ministero dei Beni Culturali, sono stati parzialmente pubblicati, oggi, dalla Stampa. Il documento mostra una mappa divisa in tre colori: le zone rosse sono a rischio di crollo alto (oltre il 50% delle possibilità), le zone azzurre sono a rischio medio (intorno al 50%) e quelle gialle a rischio basso (sotto il 50%). Secondo una stima della soprintendenza <<l’area messa in sicurezza è passata dal 14% degli anni ’90 al 31% del 2010>>.
Ma ciò che più preoccupa è il crollo avvenuto il 22 dicembre della Domus di Loreio Tiburtino di cui a cedere fu un pilastro del pergolato esterno. La Domus era contrassegnata dal colore azzurro e circondata da ampie aree gialle, quindi relativamente meno fragile rispetto ad altre zone. Eppure ha ceduto. La soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro spiega: <<Non c’erano indizi sui pilastri. È la malta che ha perso forza legante e si è sciolta. Si tratta di fenomeni invisibili e imprevedibili. Se vedi una fessura dici: è a rischio. Invece se collassa, te ne accorgi solo dopo>>.
In seguito al crollo della Scuola dei gladiatori è stato avviato un monitoraggio per <<evidenziare tutte le situazioni ad alto rischio di cedimento sull’intero tessuto urbano (…) al fine di programmare interventi conservativi mirati>>. I tecnici hanno analizzato <<lo stato di conservazione degli elementi strutturali portanti, delle strutture murarie, degli architravi, dei solai, delle coperture, dei rivestimenti su pareti e pavimenti>>. Da tutto questo è risultato <<un organismo urbano in fortissima sofferenza>>.
Sulla base del monitoraggio sono stati avviati restauri per 1,2 milioni di euro sulle zone più fragili e accessibili al pubblico. Ma la soprintendente non sembra fiduciosa: <<È come svuotare il mare con secchiello>>. Fare la manutenzione di una città di quarantacinque ettari e duemila anni è <<un lavoro che non finisce mai>>.
Il ministero, dal canto suo, ha approvato un piano straordinario per Pompei, che prevede un lungo e costoso monitoraggio. Il problema è che mancano i soldi. La soprintendenza non ne ha, ma dopo mesi di promesse, l’Unione europea ha inviato 105 milioni di euro. Con questi, che saranno accreditati nei prossimi mesi, si potrà dare inizio al monitoraggio, che durerà dal 2012 al 2014 e farà da guida ai restauri.
Dal famoso crollo della Scuola dei gladiatori è passato oltre un anno. Ai tempi si diceva che bisognava fare tutto e subito. Dopo un anno sono arrivati venti funzionari: nove architetti, tredici archeologi e un funzionario amministrativo. Continuano a mancare geometri per seguire i cantieri e custodi. Ci vorranno tre mesi prima di avere i fondi necessari e dovrà passare un altro anno per far partire i restauri straordinari.
Si spera che la città di Pompei faccia la cortesia di resistere e di non crollare prima del tempo.
Gaia Seregni
(fonte foto: spaanit-it.blogspot.com)