Estero
Messico, italiani scomparsi sarebbero stati "venduti" a criminali
CITTA’ DEL MESSICO, 4 MARZO – Sono stati incriminati i quattro agenti della polizia che erano stati arrestati in seguito alla scomparsa dei tre cittadini italiani lo scorso 31 gennaio a Tecalitla’n. nella regione di Jalisco, in Messico.[MORE]
I quattro avrebbero confessato di aver consegnato Raffaele ed Antonio Russo (padre e figlio) e Vincenzo Cimmino, ad una organizzazione criminale locale. A comunicarlo è stato il procuratore dello stato dove gli uomini sono scomparsi , Raul Sanchez. Dei tre non c'è ancora nessuna traccia nonostante le ricerche vadano avanti incessantemente da ormai oltre un mese.
Qualche giorno fa era stato l’altro figlio di Raffaele Russo, Francesco, a denunciare come i suoi familiari fossero stati venduti ad una banda per poche decine di dollari (probabilmente 43). Una simile ricostruzione dei fatti è resa fortemente plausibile dall’elevato tasso di criminalità che caratterizza l’area di Tecalitla’n, la quale è controllata da un potente cartello messicano.
Stando a quanto dichiarato dal procuratore Sanchez, i tre uomini vendevano macchine agricole e generatori di bassa qualità fingendo che si trattasse di prodotti di alto livello. Secondo le ricostruzioni della stampa italiana, invece, Raffaele Russo, il figlio ed il nipote sarebbero semplici contadini.
Il Paese centroamericano è tristemente noto per le sparizioni: sulla base dei dati di Amnesty International, sarebbero circa 27mila le persone scomparse nel giro di circa due anni.
Paolo Fernandes
Foto: today.it