Cronaca

Merloni e Basell, due facce della crisi del mercato del lavoro

NOCERA UMBRA, 31 DICEMBRE 2011 – Ultimo giorno dell’anno e torniamo ad occuparci di una vicenda di cui abbiamo già parlato documentandone, quasi passo dopo passo, gli sviluppi e dando voce a chi denuncia comportamenti poco regolari da parte di istituzioni e rappresentanti sindacali.
Il Comitato dei lavoratori della Merloni di Nocera Umbra e Fabriano si è fatto promotore lo scorso 28 dicembre di una assemblea autoconvocata dai lavoratori che non sono stati riassunti dalla J.P Industries per discutere sulle prospettive future dell’azienda che ha rilevato la ex Antonio Merloni e sul futuro di tanti lavoratori. [MORE]Alla affollata assemblea erano presenti anche vari sindaci del territorio coinvolto ed hanno, invece, declinato l’invito a partecipare la presidente della regione Umbria Catiuscia Marini e l’assessore allo sviluppo economico Vincenzo Riommi entrambi più volte invitati dai lavoratori per discutere di una vicenda che, insieme ai sindacati confederali, hanno gestito.


Il giudizio dei lavoratori che si sono riuniti in comitato è stato, come più volte sottolineato, critico e negativo nei confronti primo dell’azienda che ha rilevato gli stabilimenti presentando un piano industriale insufficiente, secondo nei confronti dei sindacati accusati di aver protetto e favorito solo alcune persone ed ora anche nei confronti delle istituzioni regionali che non hanno partecipato all’assemblea sottraendosi al confronto e alle loro responsabilità. I lavoratori che sono sati esclusi dalle riassunzioni chiedono che anche i loro diritti, come quelli degli altri lavoratori, vengano tutelati e non riconoscendo più ai rappresentanti sindacali questo ruolo hanno chiesto a tutti coloro che hanno partecipato all’assemblea il mandato che li autorizzi a far parte del tavolo delle trattative fino alla conclusione di questa vicenda.


Istituzioni regionali che non hanno, invece, mancato oggi di esprimere solidarietà e sostegno ai 41 lavoratori della Basell a cui sono state recapitate altrettante lettere di licenziamento. Proprio la Marini e Riommi, chiamati in causa dai lavoratori della Merloni, tramite un comunicato stampa hanno espresso la propria vicinanza ai lavoratori dello stabilimento ternano della multinazionale della chimica che sono stati licenziati nonostante gli interventi e i ripetuti appelli della Regione, delle istituzioni locali e del Ministero dello sviluppo economico. La cassa integrazione in deroga a favore di tutti i lavoratori dell’azienda anche per il 2012 messa a disposizione dalla regione senza alcun onere da parte della multinazionale era intesa a favorire un clima di tranquillità nel quale poter discutere il nuovo assetto industriale del polo chimico ternano. Il territorio e i lavoratori si trovano così di fatto a subire decisioni altrui che rispondono solo a ragioni di convenienza e strategie interne e di cui l’intera regione accusa il peso sia a livello produttivo che a livello sociale. Manca una tutela normativa e manca soprattutto a livello europeo, questo è quanto emerge dall’intervento odierno della presidente della regione e dal suo assessore.
Per i prossimi giorni la Marini e Riommi fanno sapere che sarà convocato un incontro urgente con la Provincia, il Comune di Terni e i sindacati per valutare come poter supportare il reinserimento lavorativo degli ormai ex dipendenti Basell e per valutare lo stato di avanzamento dei progetti più importanti per il polo chimico ternano.


Istituzioni regionali che sembrano, da una parte, svolgere in pieno il ruolo affidatogli mentre, dall’altra, accusate di non assumersi le proprie responsabilità. In entrambi i casi siamo di fronte a due vicende che hanno colpito migliaia di famiglie e che sembrano lontane da una soluzione senza nessuna garanzia per i lavoratori coinvolti.
Daniela Dragoni