Economia

Merkel e Sarkozy: dissidi in vista del vertice UE

Bruxelles, 21 ottobre 2011 - La riunione dei capi di stato europei di domenica prossima si avvicina paurosamente, ma il risultato potrebbe rivelarsi un flop imbarazzante. Le tanto osannate “misure senza precedenti” per superare la crisi del debito in Europa stentano a definirsi in maniera concreta per via dell’evidente contrasto tra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy.[MORE]

Il dissenso tra i due premier nasce principalmente da un elemento presente nel pacchetto europeo anticrisi che verrà discusso nel corso del vertice del 23 ottobre, e di cui la Merkel e Sarkozy parleranno ampiamente nella riunione tete a tete di domani sera a Bruxelles. La questione riguarda la proposta della Merkel di un’assicurazione (e, quindi, di una garanzia tramite il Fondo salva Stati) del primo 20% di perdite sui titoli di nuova emissione di Italia e Spagna, rischiando cosi di far crollare il prezzo dei titoli già in circolazione, i quali non verrebbero garantiti. Ne discenderebbe, come diretta conseguenza, un allargamento dello spread tra Btp e Bund e tra gli stessi Bund e i tioli iberici. Sarkozy, all’opposto, preferirebbe che il fondo salvataggi attingesse senza limiti alle risorse della Banca centrale europea, temendo per la Francia una situazione simile a quella manifestatasi in Italia e Spagna che solo con l’aiuto della Bce potrebbe eventualmente essere risanata.

Del resto, i timori di Sarkozy non sembrano essere cosi infondati. Lo spread tra il rendimento delle obbligazioni francesi a 10 anni (Oat) e i Bund tedeschi ha raggiunto un record nella mattinata di oggi: 119 punti base contro i 115 registrati ieri. nel frattempo, si fa sempre più strada sul mercato la previsione di una riduzione del rating sovrano della Francia da parte delle agenzie di competenza. ≪Agli occhi del mercato la Francia ha già perso la tripla A≫, commenta Philippe Hab, gestore di fondi per la Spgp (una società privata di gestione del patrimonio). E sulla stessa scia ≪è difficile pensare che nei prossimi mesi il Governo possa prendere misure come l’aumento delle tasse e un taglio alle spese≫, osserva lo stesso Hab. Di certo, con un Pil fermo nel secondo semestre dell’anno e con un tasso di disoccupazione vicino al 10%, tali misure sarebbero a dir poco improponibili.

Michele Ciccone