Economia

DEF: deficit a 2,3%. Previsioni PIL a +1%

ROMA, 25 Settembre - Un weekend di lavoro senza stop per Renzi e il ministro Padoan. Lunedì verrà presentata la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, e frenetici sono gli ultimi momenti, per poter rivedere gli ultimi dettagli ed accordarsi sulle ultime decisioni. In constate collegamento con i commissari di Bruxelles, Padoan sta redigendo la nota di aggiornamento al DEF. Una sessione di bilancio carica di difficoltà: tensioni e polemiche alterano gli equilibri europei, e la poca flessibilità lascia "poche risorse", come ha dichiarato Padoan. Il focus sarebbe diretto verso investimenti ed occupazione.

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Le stime di crescita sono state ribassate dopo l'intervento dell'OCSE, che ha previsto una crescita in Italia del +0,8%. Minori rispetto alla vecchia revisione del DEF, che definiva un PIL in crescita al +1,3%. Ora il governo ribassa le sue previsioni al +1%, tutto sempre collegato ad una azione che spinga questo dato a salire. Il governo starebbe spingendo i tecnici del Tesoro per accrescere il dato a +1,1%. La situazione non è positiva per il momento, tra zona euro in difficoltà e stime al ribasso (OCSE +0,8%, Confindustria +0,5%) ma le revisioni del PIL del 2014 e 2015 hanno dato la possibilità al governo di spingere su stime più "fiduciose", legate alle conseguenze positive delle manovre, secondo i componenti del governo. 

La flessibilità è un tema importante: il tema forte della discussione Roma-Bruxelles, il governo ha dichiarato che rimarrà su cifre meno restrittive per il rapporto deficit-Pil. 2.3%, una discesa più cauta, una flessibilità più pronunciata, e il governo si propone di raggiungere il 2.4%. In tutta la discussione ricadono i temi importanti del dibattito socio-economico italiano: la flessibilità richiesta a Bruxelles sarebbe da ricollegare alle riforme che il governo sta mettendo in atto, ma soprattutto rispetto alle grandi opere di riqualificazione da attuare sul territorio, Casa Italia in primis. Senza dimenticare i fondi per l'emergenza migranti. Se Jucker ha già ammonito l'Italia nei giorni passati, dichiarando che la flessibilità concessa al Belpaese sia già importante e non è possibile andare oltre, sono necessari i fondi per queste nuove manovre, e il governo sta lavorando alacremente per conquistare l'obiettivo.

Un dialogo delicato, fatto di botta e risposta nel triangolare Berlino - Bruxelles - Roma. Renzi non ha mai nascosto nell'ultimo periodo le sue critiche alla linea conservatrice europea, e, soprattutto a seguito del suo rifiuto di partecipare alla conferenza stampa con Merkel ed Hollande, è stato "punito" dalla Merkel, che non lo ha invitato al trilaterale con Francia e Commissione Europea. Ma il premier risponde a tono da Prato, dicendo che non si farà intimorire. Sembrerebbe, però, che la linea si sia ammorbita e l'Italia avrà gli sconti che richiedeva da tempo.

 

Leonardo Cristiano

immagini da: huffingtonpost.it