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Mediterraneo, i ministri Trenta e Di Stefano contro Salvini: la missione "Sophia" allontanava le Ong

Roma, 8 luglio – È scontro aperto tra il ministro della Difesa Elisabetta Trenta e quello dell'Interno Matteo Salvini sulla vicenda migranti.

Mentre a Lampedusa è scattata la multa di sessantacinque mila euro e la confisca del veliero Alex di Mediterranea, reo di aver sconfinato venerdì mattina in acque territoriali italiane, la ministra Trenta attacca Salvini in un’intervista al Corriere della Sera: "Quanto che sta accadendo in questi giorni si sarebbe potuto evitare".

Secondo la responsabile della Difesa il Viminale ha commesso un grave errore a sospendere la missione “Sophia”, l’operazione avviata nel 2015 dal Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea e condotta dall’Italia nel Mediterraneo allo scopo principale di contrastare il traffico illecito di esseri umani.

 Trenta afferma che senza la nostra Marina a pattugliare le acque territoriali ci sarebbe stato un incremento delle Ong mentre  il ministro Salvini afferma il contrario: ”Qualsiasi nave italiana in mare può rappresentare un incentivo agli sbarchi”.

Alla critica dal vicepremier Matteo Salvini che si è lamentato di essere stato lasciato da solo a gestire la crisi nel Mediterraneo la Trenta risponde così: “Abbiamo chiarito che con le nostre navi potevamo occuparci del trasbordo immediato dei migranti a Malta, quindi per portarli lontano dalle nostre coste visto che anche pubblicamente le autorità de La Valletta si erano dette pronte ad accoglierli. Eravamo a disposizione per il massimo sostegno, ci è stato detto che non serviva. Siamo rimasti a disposizione, pronti. Ma da quel momento non è più arrivata alcuna richiesta del Viminale. Salvini ha fatto una diretta social, ma istituzionalmente solo silenzio”.

«La Marina – rincara la Trenta- continua ad assicurare i tradizionali compiti istituzionali di difesa dei confini marittimi, di salvaguardia degli interessi nazionali e di sicurezza della nostra comunità. Abbiamo "Mare Sicuro", che arriva fino alle acque davanti le coste libiche. Abbiamo quattro navi già schierate, compresa Nave Caprera in porto a Tripoli per l'assistenza tecnica alla Guardia costiera libica. Ma l'operazione prevede fino a un massimo di sei unità, cinque mezzi aerei e un contingente di 754 persone”.

Non si fa trovare impreparato il vicepremier Salvini che dal Viminale risponde: "La missione Sophia, con tutto il rispetto, recuperò decine di migliaia di immigrati e li portò tutti in Italia, perché questo prevedevano le regole della missione, ditemi se il contrasto dell'immigrazione clandestina è recuperare decine di miglia di immigrati in giro per il Mediterraneo e portarli tutti in Italia" e aggiunge piccato "Non rispondo alle polemiche: il lunedì mattina mi alzo contento, altri un po' nervosetti, problema loro. Comunque replicano i numeri”

E intanto non si fermano gli sbarchi a Lampedusa che accoglie quotidianamente piccole imbarcazioni con a bordo decine di migranti trasferiti su motovedette dei carabinieri e scortati al porto italiano.

Questo secondo il sottosegretario agli esteri Manlio di Stefano è un chiaro segno che “c'è qualcuno che finge di combattere un problema ma in fondo vuole che tutto resti com'è perché gli porta consenso” e prosegue l’attacco sulla sua pagina Facebook: "Nelle ultime 48 ore abbiamo assistito alla fiera dell'ipocrisia. Tutto il mondo concentrato sui 54 migranti della Mediterranea, mentre nella notte ne erano già sbarcati più di 70 a Lampedusa con piccole imbarcazioni. Di fronte a un'emergenza tale le parole non bastano e i nodi vengono tutti al pettine. Ci si aspetterebbe dai colleghi di governo, soprattutto, un po' di rispetto. E invece per qualcuno l'orgoglio sembra essere più forte di qualsiasi altra cosa. Più forte della verità stessa".

Il Ministro Di Stefano si spinge oltre offrendo una ricetta targata M5S per risolvere la situazione.

“Il MoVimento 5 Stelle ha una linea chiara sui migranti, ribadita in più di una occasione: Stop arrivi in Italia fin quando non si rivede il regolamento di Dublino e il principio di chi prima accoglie poi gestisce, un piano Marshall per l’Africa per evitare le partenze. Investimenti, relazioni internazionali, formazione di imprenditori, sanzioni a chi non accetta le quote di migranti in Europa.

Tiziana Petriglia

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