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Medici Senza Frontiere: "Migranti in condizioni inumane in Libia"

BRUXELLES, 7 SETTEMBRE – “La forma più estrema di sfruttamento degli esseri umani, basata sul sequestro, la violenza carnale, la tortura e la schiavitù” così la presidente di Medici senza Frontiere, Joanne Liu, ha parlato dell’attuale situazione nel campo di “detenzione ufficiale” di Tripoli, in Libia.[MORE]

“I leader europei sono complici, mentre si congratulano del successo perché in Europa arriva meno gente dall’Africa” ha inoltre dichiarato Liu nel corso della conferenza stampa tenutasi a Bruxelles.

La presidente è recentemente tornata da una visita al centro di Tripoli, dove ha affermato di aver assistito a veri e propri orrori: da una donna incinta oggetto di reiterate violenze a persone portate in ospedale per grave malnutrizione e poi rispedite al campo a patire nuovamente la fame.

Il “centro ufficiale” di Tripoli è il luogo dove confluiscono le persone raccolte dalla guardia costiera libica in acque territoriali.

Nella giornata di ieri, Medici senza Frontiere ha inoltrato una lettera ai governi dell’Unione Europea, accusandoli di alimentare il “business della sofferenza in Libia” e chiedendo di finanziare non già il blocco delle rotte, bensì la creazione di vie legali e sicure di attraversamento delle frontiere.

MsF ha poi definito “marcia al nocciolo” la detenzione di migranti e rifugiati, parlando espressamente di “fiorente impresa del sequestro di persona, della tortura e dell’estorsione” con riferimento alle condizioni in cui versano i migranti a Tripoli.

Tra stanze buie e sporche, senza ventilazione ed affollate, la situazione nel campo del paese nordafricano è dunque drammatica. Quale sarà il prossimo passo nella strategia per il contenimento dei flussi migratori è ancora da vedere. L’auspicio, però, è che venga fatto nel rispetto dei diritti umani e della civiltà.

Paolo Fernandes

Foto: theguardian.com