Cultura e Spettacolo

Medea di Euripide, grande chiusura della stagione teatrale del TdC

Catanzaro, 19 Novembre- Si è conclusa con l’ennesimo successo di pubblico la straordinaria stagione teatrale del Teatro di Calabria che ha messo in scena una delle più importanti tragedie della storia del teatro, Medea di Euripide. Nella giornata di ieri tre repliche applauditissime da centinaia di spettatori all’Auditorium Casalinuovo di Catanzaro. Particolare apprezzamento per la qualità dell’opera è arrivato, in mattinata, dai giovani studenti del Liceo Classico “Galluppi” e del Liceo Scientifico “Siciliani” di Catanzaro dimostrato con un’autentica ovazione alla fine dell’opera. Artefici del grande successo sono il professore Luigi La Rosa, autore dei testi, il professore Aldo Conforto, per l’occasione regista, attore e costumista ed un cast di attori dal grande spessore artistico.

Sinossi: Medea, principessa della Colchide, per amore, abbandona il padre e la sua terra e aiuta il greco Giasone ad impadronirsi del vello d’oro, uccidendo personalmente il drago che lo proteggeva. Trasferitisi a Corinto ella darà a suo marito due figli. Dopo alcuni anni Giasone, però, ripudia Medea con l’intenzione di unirsi in matrimonio con Glauce, figlia del re Creonte, al fine di ottenere il diritto di successione al trono. Il re Creonte, fiutando la pericolosità della vendetta della donna, decide di scacciarla da Corinto. Con astuzia Medea riesce a posticipare di un giorno l’esilio e mette in atto la sua vendetta. Sola e umiliata in terra straniera si ribella ad una cultura che ritiene profondamente ingiusta riuscendo a placare il suo odio soltanto quando avrà reso solo e infelice Giasone. Per ottenere ciò provocherà la morte del re Creonte e di sua figlia Glauce ma, soprattutto, armerà la propria mano per eliminare ciò che di più caro possiede Creonte, i propri figli. [MORE]

Il professor Aldo Conforto oltre ad aver diretto con la consueta cura di ogni singolo dettaglio, si è occupato personalmente dei costumi di grande pregio, avendo cura di mettere in evidenza la contrapposizione tra Medea, che indossa fieramente vesti e ornamenti preziosi, simboli della sua condizione di barbara, e gli altri personaggi che indossano costumi che sono espressione dell’armonia ellenica. Ha, inoltre, interpretato in modo solenne e austero il re Creonte, facendone cogliere la sua debolezza quando si lascia convincere dall’astuta Medea.


Giasone è stato interpretato dal bravissimo e versatile Salvatore Venuto che ne ha messo in evidenza il suo carattere di uomo freddo, calcolatore e opportunista ma ha anche saputo emozionare nel finale con una straordinaria interpretazione del grande dolore provato di fronte all’uccisione dei suoi due figli.


Molto intensa, nel ruolo della nutrice, Alessandra Macchioni. E’riuscita con le sue parole, grazie alla qualità della sua interpretazione, a mettere Medea al centro della scena già quando ella non lo era ancora fisicamente. Profonda nel finale quando piange il delitto di Medea.


Di grande impatto il coro delle donne corinzie, interpretate da Faustina Bagnato,Carmen Chiriaco, Rita Loprete, Mariarita Guaragna e Alba Citriniti, che, con grande sintonia recitativa, hanno interagito con i protagonisti assumendo un atteggiamento solidale con Medea perché ritenevano che ”è svanito il sacro rispetto, il pudore non abita più in Grecia”. Assistono con dolore al confronto tra Medea e il marito, non temono di contraddire Giasone, con la determinata corifea Marta Parise, cercano di convincere Medea a rinunciare alla vendetta, con l’assennata corifea Anna Maria Corea, pregano gli dei di guardare la “sciagurata femmina” e di fermarla prima che uccida i propri figli. Piangono con pietà profonda la morte dei piccoli. Rimproverano con severità Medea per l’esecrabile atto che ha commesso. Assistono con dolore al tragico epilogo.


Paolo Formoso ha interpretato il Nunzio dando prova della qualità della sua comunicazione verbale riuscendo così a rendere viva la scena della morte di Creonte e di sua figlia.


L’attenzione, però, è tutta per lei, Medea, la straordinaria Mariarita Albanese. Con un uso accurato della voce ed una gestualità perfetta è riuscita, pur mettendosi alla prova con un personaggio in passato interpretato da mostri sacri del Teatro, ad emozionare ma soprattutto a trasmettere grande tormento quando Medea grida il suo dolore per il tradimento del marito, grande passione quando denuncia l’ingiustizia a cui le donne sono sottoposte da una cultura maschilista, grande coraggio e orgoglio nell’affrontare il marito, grande impeto quando promette nozze di dolore, grande abilità nel convincere il re Creonte a ritardare l’esilio di un giorno, grande dignità quando accetta il rifugio offerto da Egeo, grande astuzia quando inganna Giasone, grande sarcasmo quando prova gioia al racconto della morte di Creonte e di sua figlia, mente fredda quando si convince che la morte proteggerà meglio i suoi figli e ciò sarà un giusto castigo per Giasone, intensità drammatica mentre si strugge al pensiero di dover uccidere i propri figli, grande determinazione quando decide di fare quello che non vuole ma deve fare, grande fierezza per essere riuscita a straziare il cuore di Giasone come era giusto che fosse. Con una prova superlativa Mariarita ha dimostrato di aver raggiunto, grazie agli insegnamenti che con grande umiltà ogni giorno apprende dai suoi maestri del TdC, ormai uno spessore artistico di alto profilo.


Note di merito anche per la partecipazione straordinaria del danzatore Bunty Andrea Giudice che è intervenuto con una sua coreografia molto apprezzata e per il maestro Giulio De Carlo le cui musiche hanno contribuito a creare un forte pathos.
Il Teatro di Calabria è già al lavoro per preparare la stagione teatrale 2018 che potrebbe essere inaugurata con “La locandiera” di Carlo Goldoni.
Saverio Fontana