McCurry in mostra al Pan di Napoli, ultimi giorni per ammirare i capolavori del fotografo americano
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McCurry in mostra al Pan di Napoli, ultimi giorni per ammirare i capolavori del fotografo americano

martedì 7 febbraio, 2017

NAPOLI, 07 FEBBRAIO 2017 - Ultima settimana a disposizione per ammirare al Palazzo delle Arti di Napoli “Senza confini”, la mostra promossa dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e dal Pan, e organizzata da Civita Mostre in collaborazione con SudEst57, dedicata ad uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea: Steve McCurry. Fino al 12 febbraio sarà possibile visitare tutti i giorni, escluso il martedì, le opere del celebre fotografo statunitense. A tutti i visitatori sarà consegnata una audioguida in cui McCurry racconta i suoi scatti in prima persona. [MORE]

La rassegna allestita al Pan, oltre a presentare il nucleo essenziale delle fotografie di McCurry - divenute vere e proprie icone, conosciute in tutto il mondo – evidenzia la sua attività di fotoreporter, impegnato “senza confini”nei luoghi del mondo flagellati dai conflitti. McCurry, attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, è riuscito a cogliere tutta la sofferenza delle popolazioni costrette a fuggire dalle proprie terre e degli abitanti dei posti più poveri del mondo.

E’ dalla fine degli anni ’70 che McCurry inizia a documentare la guerra. La prima parte del percorso della mostra è infatti dedicata alle foto in bianco e nero che il fotografo statunitense ha scattato tra il 1979 e il 1980 nel suo primo reportage in Afghanistan, dove era entrato insieme ai mujaheddin che combattevano contro l’invasione sovietica.

Vi tornerà molte altre volte negli anni. La foto della ragazza afghana dagli occhi verdi è ormai divenuta un' icona della fotografia mondiale. Fu scattata nel campo profughi pakistano di Peshawar. Oltre al celebre ritratto, la mostra espone altri due scatti che ritraggono lo stesso soggetto, uno dei quali realizzato da McCurry a distanza di 17 anni, dopo averla finalmente ritrovata, a seguito di una lunga ricerca.

L’allestimento – curato da Peter Bottazzi - rappresenta un coacervo di culture ed etnie, si configura come un viaggio nei luoghi visitati da McCurry, partendo dall'Afghanistan appunto, passando per l'India, il Medio Oriente, il Sud-est asiatico, l'Africa, Cuba, fino agli Stati Uniti. Territori questi di cui McCurry ha raccontato la povertà e la devastazione e nei quali ha incontrato le persone più disparate, di cui ha saputo cogliere con straordinaria maestria l'intensità degli sguardi e dei volti.

Articolo e foto di Antonella Sica


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