Cronaca
Maxioperazione anti-pedopornografia su Telegram e WhatsApp, arresti in tutta Italia
Maxioperazione anti-pedopornografia, arresti in tutta Italia. Smantellate 16 organizzazioni, indagini su Telegram e WhatsApp
ROMA, 16 DIC - Una maxioperazione anti-pedopornografia è in corso in tutta Italia, con l'impiego di oltre 300 uomini della polizia Postale che stanno eseguendo perquisizioni e arresti, in flagranza, in 53 province e 18 regioni. Gli agenti, che hanno lavorato per diversi mesi sotto copertura su Telegram e WhatsApp, hanno smantellato 16 associazioni criminali ed identificato oltre 140 gruppi pedopornografici. Sono 432 le persone coinvolte in tutto il mondo: 81 sono italiani.
Due italiani coinvolti dell'operazione promuovevano e gestivano gruppi pedopornografici, organizzandone l'attività e reclutando nuovi sodali provenienti da ogni parte del mondo. Quella della Postale di oggi è la più imponente operazione di Polizia degli ultimi anni contro la pedopornografia online.
In aggiornamento
Pm, video con torture su bimbi di 6 mesi. Arrestato deteneva 31mila file. Inquirenti, 'materiale tossico'
Anche video con "torture" su bimbi di appena 6 mesi. E' questo il materiale dell'orrore, definito "tossico" dagli inquirenti, trovato nelle chat dei presunti pedofili individuati nel maxiblitz anti pedopornografia coordinato dalla Procura di Milano. Una delle persone arrestate in flagranza, tra ieri e oggi, quasi 20 in totale, deteneva 30.800 file con immagini raccapriccianti.
L'arrestato è un impiegato 60enne. Nell'inchiesta della polizia postale, coordinata dagli aggiunti Fusco e Mannella e dai pm Tarzia e Barilli, sono state eseguite una sessantina perquisizioni. Centinaia di migliaia i file scambiati nelle chat.
Il sospetto di investigatori e inquirenti è che gran parte dei filmati e delle immagini scambiate nelle chat di Telegram e WhatsApp dai vari gruppi di pedofili sia stata prodotta in Paesi africani, asiatici come le Filippine, o in Sud America. Con le perquisizioni, i sequestri e gli arresti in flagranza eseguiti tra ieri e oggi in tutta Italia (quattro nel capoluogo lombardo) sono state trovate anche nuove chat e nuove immagini dell'orrore e, dunque, le indagini si moltiplicheranno nel tempo coinvolgendo anche altri soggetti.
Al centro dell'inchiesta le accuse di associazione per delinquere, detenzione, diffusione e cessione di materiale pedopornografico. Una ventina di arresti sono stati eseguiti anche all'estero tra Sud America, Asia ed Europa (anche in Spagna c'è stato un blitz). Nei gruppi di scambio dei video c'erano professori universitari, ragazzi, operai, impiegati, persone di tutte le estrazioni sociali.