Matteo Messina Denaro: fu fermato ad un posto di blocco ma non venne riconosciuto
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ROMA, 25 GEN. - Nuovi dettagli emergono sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra. È emerso che il capomafia ha vissuto a lungo nel territorio del Trapanese, ritenuto il suo rifugio sicuro, convinto di sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine. Un fatto curioso è stato svelato dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, il quale ha dichiarato che Messina Denaro fu fermato in un posto di blocco sette anni fa in provincia di Trapani, ma i carabinieri che controllarono il suo documento non lo riconobbero, ritenendolo apparentemente a posto.
Il procuratore ha condiviso questa rivelazione durante un incontro con studenti delle scuole di Casal di Principe, provincia di Caserta, presso la villa confiscata che ospita Casa don Peppe Diana, dedicata al sacerdote ucciso dalla camorra nel 1994. De Lucia ha sottolineato che Messina Denaro si fidava del fatto che le forze dell'ordine possedessero solo vecchie foto di lui, ma c'erano anche individui che lo avvertivano dei movimenti degli investigatori. Il procuratore ha espresso la necessità di indagare su come sia stato possibile che Messina Denaro sia rimasto latitante per tre decenni, e l'attuale impegno della procura di Palermo è focalizzato sull'identificazione di coloro che hanno agevolato il capomafia.
In risposta alle domande degli studenti, il procuratore ha anche sottolineato che la malattia di Messina Denaro non aveva alterato le sue abitudini, rivelando dettagli su questa straordinaria storia di fuga nel libro "La Cattura - i misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia".