Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Mattarella, uniti come nel dopo guerra per rinascita. Omaggio del Capo dello Stato ai martiri delle Fosse Ardeatine
ROMA, 24 MAR - "L'eccidio delle Ardeatine ha costituito una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro Paese. I valori del rispetto della vita e della solidarietà che ci sorreggono in questo periodo, segnato da una grave emergenza sanitaria, rafforzano il dovere di rendere omaggio a quei morti innocenti".
Così Sergio Mattarella in una nota per il 76° anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, dopo il quale l'Italia unita rinacque."La stessa unità che ci è richiesta, oggi, in un momento difficile per l'intera comunità"."Quest'anno, con grande rammarico, non sarà possibile incontrarsi, nel giorno del 76 anniversario, al Mausoleo delle Fosse Ardeatine per ascoltare, insieme alle loro famiglie e con sempre uguale commozione, i nomi dei martiri".
Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota in occasione dell'eccidio alle Fosse Ardeatine. "Desidero, con la medesima intensità manifestata nella cerimonia annuale, esprimere loro affetto, vicinanza e ricordo - scrive il Capo dello Stato -. L'eccidio delle Ardeatine ha costituito una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro Paese.
I valori del rispetto della vita e della solidarietà che ci sorreggono in questo periodo, segnato da una grave emergenza sanitaria, rafforzano il dovere di rendere omaggio a quei morti innocenti". "Eventi così atroci, frutto della volontà di sopraffazione e del razzismo - prosegue -, continuano a richiamarci ai valori fondamentali della memoria, della pace, della solidarietà.
La libertà e la democrazia sono state conquistate con il sangue di molti per evitare che ne fosse sparso ancora in futuro. Al termine di quegli anni terribili, segnati dalla dittatura e dalla guerra, l'unità del popolo italiano consentì la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra Nazione". "La stessa unità che ci è richiesta, oggi, in un momento difficile per l'intera comunità", è l'esortazione del Presidente della Repubblica.
"E' vero che, come fece osservare più volte e inascoltato il presidente Cossiga, la nostra costituzione è carente riguardo alle situazioni di emergenza. Ma questo non giustifica la fuga. Avvertiamo il bisogno che il Capo dello Stato, da tutti apprezzata e riconosciuta autorità morale oltre che costituzionale, si rivolga formalmente e solennemente alla nazione richiamando le Istituzioni alle loro responsabilità e le forze politiche alla collaborazione; che il governo si confronti realmente col Parlamento e in primo luogo con le opposizioni; e che il Parlamento si riunisca ad oltranza per svolgere la sua funzione di controllo. Non può esserci una sospensione della democrazia. Se ci si rassegna oggi, si perde la libertà domani". E' quanto si legge in un appello, intitolato "Al lavoro" di cui il primo firmatario è l'ex presidente del Senato Marcello Pera, sottoscritto da alcuni giuristi ed intellettuali.
"'Tutti a casa' è rimedio salutare secondo i medici, ma veleno per le istituzioni. La pandemia - sostiene Pera - sconvolge le nostre vite, cambia i nostri comportamenti quotidiani, colpisce i nostri affetti più consolidati, mortifica persino la nostra umana pietà.
Ma non può uccidere le istituzioni, non può mettere in quarantena la democrazia, non può sospendere la costituzione. Se è vero che siamo impegnati in una 'guerra', allora il Capo dello Stato, il Governo, il Parlamento devono essere i nostri avamposti. A loro sta la guida dell'esercito. E a loro sta dare quell'esempio di sacrificio, abnegazione, coraggio, determinazione, mobilitazione, che servono per vincere la guerra". "Il popolo italiano, responsabile e ammirevole, oggi è invece lasciato solo.
Il Parlamento si riunisce a intermittenza; il Governo si convoca di notte e, sempre di notte, spiega mediante social media; il Presidente del consiglio limita diritti costituzionali tramite decreti poco discussi e frettolosamente convertiti; il conflitto tra Governo, Regioni ed Enti Locali sta raggiungendo livelli prima mai visti; e il Capo dello Stato è costretto ad assistere sgomento privo di poteri effettivi ad intervenire. Ci viene promesso l'aiuto dell'Unione europea, ma ci viene nascosta la verità delle intenzioni oblique. Di fatto, per lo spirito della nazione si ripete un altro 8 settembre: dalle case in cui sono rinchiusi, gli italiani vedono i loro comandanti che scappano", conclude l'ex presi