Martedi della terza settimana di Pasqua. Non avra più fame in eterno
Parola e Fede Lazio

Martedi della terza settimana di Pasqua. Non avra più fame in eterno

martedì 2 maggio, 2017

 Martedì della terza settimana di Pasqua – Vangelo del giorno (Gv 6,30-35)[MORE]


Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo».

Nel Vangelo di oggi è come se chiedessero a Gesù “Tu vuoi che noi crediamo in Te come Persona sigillata da Dio. Possiamo anche accordarti questa fede. Possiamo anche rinnegare tutto il nostro passato di fede e di religione. Ma quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai?” L’uomo è la sua opera. Quali le tue opere, tale sei tu.
Loro non attendono che Gesù dia loro una risposta. Fin da subito lo mettono a confronto con Mosè. Ecco cosa ha fatto Mosè. Ha dato il pane ad un intero popolo per tutta la durata della traversata del deserto. (Es 16,1-36).
Per gli Ebrei la manna era considerata il prodigio dei prodigi. Chi vuole essere più grande di Mosè deve operare un prodigio più grande di questo. Ebbene possiamo affermare che il prodigio richiesto dagli Ebrei Gesù lo ha fatto, anzi lo sta facendo: sta sfamando tutto il mondo per tutta la durata della storia. In ogni tempo, in ogni luogo, presso ogni popolo sempre questo pane discende dal Cielo e dona la vita eterna.
Possiamo affermare che Gesù è più grande di Mosè. È giusto ora che Gesù risponda alla loro obiezione.


Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!


Gesù afferma fin da subito la prima differenza che c’è tra Lui e Mosè. La differenza è questa: Mosè non ha dato nessun pane dal cielo. Il pane veniva dall’aria, non dal Cielo. È cosa assai ben diversa. Quello di Mosè era un miracolo. Non era però un pane dal Cielo il suo. Il pane dal cielo, quello vero, è il pane che dona la vita eterna.
Il Pane di Dio, quello vero, è una Persona. Questa Persona discende da Cielo e dona la vita al mondo. Dona la vita allo stesso modo che il pane dona la vita al corpo. Non sappiamo cosa abbiano compreso i Giudei. Sappiamo però che loro vogliono questo pane e lo vogliono per sempre. La loro richiesta è esplicita: “Signore, dacci sempre questo pane”. Evidentemente non hanno colto il passaggio dalla materia alla persona.
Il pane non è una cosa. Il Pane è uno. È una persona vivente. È una persona che discende dal Cielo. Questa persona viene da Dio. Ora Gesù parla senza più veli: “Io sono il pane della vita”. Chi si lascia attrarre da me e viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. La vita eterna è nella sua Parola. La vita eterna è la sua Parola.


È di vitale importanza sapere che è la fede nella Parola di Cristo Gesù la vita eterna. Tutto quanto Gesù dice, se viene accolto in pienezza di fede, dona e genera la vita eterna.
Chi crede in Gesù non avrà più sete. Chi viene a Lui nella vera fede non avrà più fame.


Don Francesco Cristofaro


Autore
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