Parola e Fede

Martedì della Settimana Santa: "Uno di voi mi tradirà".

 Siamo alle porte del triduo pasquale. Siamo alle ultime ore della vita di Gesù. Il Vangelo di oggi ci svela il traditore, Giuda Iscariota, colui che consegnò Gesù per soli 30 denari. Meditiamo sul vangelo di questo martedì della settimana santa.[MORE]


Vangelo Gv 13, 21-33.36-38
Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.


Gesù si turba profondamente pensando alla strapotenza che possiede il principe di questo mondo su tutti coloro che si abbandonano a lui. Possiede la strapotenza di condurli nella morte eterna. È come se Gesù vedesse che la potenza del male è più forte e più tenace del suo amore.
Gesù è il più forte. È il Forte. È tuttavia l’uomo preferisce le tenebre al suo amore, alla sua luce, alla sua verità. È questo il suo turbamento: Giuda ha preferito trenta denari rifiutando l’eternità del suo amore e la sua celeste eredità. Ora Gesù lo dice chiaramente ai suoi discepoli: “Uno di voi mi tradirà”. Notiamo la divina saggezza di Gesù: dice: “Uno di voi mi tradirà”. Non dice però il nome di colui che lo stava per tradire.
Dire il nome avrebbe significato esporre Giuda ad un vero linciaggio. Gesù non vuole questo. Vuole che si sappia la verità, ma che si conservi la pace.
La conservazione della pace è la legge dell’amore e della carità.
Giuda ha deciso di tradire, Gesù, vuole tradirlo, che lo faccia e lo faccia presto, al più presto. Dio può esortare a non fare il male, invitare perché desista da esso, minacciare le conseguenze eterne del suo peccato, ma non lo può privare della sua volontà. Per l’eternità l’uomo rimane uomo e l’inferno attesta la grave responsabilità di essere uomini, cioè di avere la vita nella nostra volontà, dalla nostra volontà. L’uomo, ogni uomo deve sapere, che ogni vendita della sua volontà al male, lo rende responsabile per l’eternità. Sulla terra può anche scherzare, giocare con la sua volontà. Dio però non scherza e non gioca con l’uomo. Rispetta sempre anche la volontà che si pone contro di Lui per distruggerlo, annientarlo, crocifiggerlo. La rispetta e si lascia crocifiggere, perché Lui mai potrà dipendere dalla volontà di un altro. Oggi è come se l’uomo fosse senza volontà. È come se gli altri fossero gli arbitri o i padroni della nostra vita. Tutto si vuole dagli altri e tutto dagli altri si attende. Ma l’uomo è volontà.


Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire.


Gesù sulla croce riconosce come suo Dio solo il Padre suo che è nei cieli. È questa la gloria che Dio vuole. Nel sepolcro il Padre riconosce il corpo di Gesù come il corpo di suo Figlio, del suo Figlio Unigenito, e lo fa risuscitare, gli ridona la vita. È questa la gloria che Gesù chiede al Padre. Tutto questo Gesù lo vede come già compiuto, anche se resta ancora da realizzarsi concretamente nella storia.


Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.


Simon Pietro pone a Gesù una domanda precisa. Gli chiede: “Signore, dove vai?”. Se gli chiede questo è segno che ancora non ha compreso nulla di quanto Gesù sta dicendo, non solo a lui, ma a tutti i suoi discepoli. Gesù non gli dice dove sta per andare. Gli dice invece che lui questa volta non potrà seguirlo. Gli aggiunge però che lo seguirà più tardi.
Anche Simon Pietro entrerà nella gloria del Cielo passando per la via del martirio. Pietro non conosce il mistero di Gesù. Ma neanche il suo mistero conosce. La conoscenza del proprio mistero è essenziale per la nostra coscienza di discepoli di Gesù.
Conoscendo il nostro mistero, noi sappiamo cosa chiedere a Dio e cosa non chiedere. Sapremo sempre come relazionarci con i nostri fratelli. Simon Pietro non sa che lui è stato chiamato da Gesù per guidare la sua Chiesa che sta per nascere. Sarà lui il suo vicario in mezzo ai suoi fratelli. Sarà lui che dovrà pascere il primo gregge del Signore.
Per questo motivo non lo può seguire ora, in questo istante. Il suo tempo non è ancora venuto. Pietro ignora tutto questo e dice che lui Gesù lo può seguire ora. Può seguirlo perché lui è disposto a dare la vita per il suo Maestro.


Pietro ancora non conosce se stesso, la sua missione, il suo mistero. Non conosce neanche Gesù, la sua missione, il suo mistero, la sua vera essenza, ciò che Lui è dinanzi a Dio e cosa può fare e dire. Pietro vive di grande entusiasmo. Ogni entusiasmo non fondato su un solido fondamento di verità conduce al naufragio della propria esistenza. In questo Pietro deve cambiare molto. Lo Spirito Santo dovrà ricolmarlo di sana e purissima conoscenza del suo mistero e di quello di Cristo Signore. Costruire un cristianesimo di entusiasmo, senza alcuna conoscenza del proprio mistero e del mistero di Gesù Signore, è cosa assai deleteria. Le comunità cristiane vanno formate su solide basi dottrinali, di purissima verità evangelica.
Pietro non può seguire Gesù ora perché non è pronto per andare al martirio.


Don Francesco Cristofaro