Martedi della quinta settimana di Quaresima: il cuore umile sa sempre ascoltare
Parola e Fede Lazio

Martedi della quinta settimana di Quaresima: il cuore umile sa sempre ascoltare

martedì 4 aprile, 2017

 Nel Vangelo di oggi Gesù fa un discorso di Cielo mentre i suoi uditori comprendono un discorso di terra. Purtroppo è spesso così. Si vuole ridurre ogni cosa ad una missione o ad un evento terreno. Ma leggiamo e meditiamo insieme il Vangelo.[MORE]

Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».


Gesù parla della sua “glorificazione” attraverso la via della croce. L’ora di Gesù sta per compiersi. Egli deve andare. I Giudei lo cercheranno. La loro è però una ricerca vana, perché moriranno nel loro peccato. Loro non cercano Gesù come unica e sola via di salvezza. Lo cercano per distruggerlo, annientarlo, sconfessarlo, rinnegarlo.

Gesù sale al Cielo. Va presso il Padre. I Giudei non possono né salire verso il Cielo, né raggiungere il Padre. È Lui la via che conduce al Padre. Rinnegando Cristo Gesù loro è come se si privassero della via. È come se distruggessero la scala. Molti cercano Gesù, ma solo vanamente. Se Gesù non è cercato per entrare per mezzo di Lui nella pienezza della grazia e della verità, Egli è sempre cercato vanamente.
Le parole di Cristo Gesù rimangono un mistero per loro. La loro superbia e arroganza spirituale non consente loro di comprendere la verità che è nelle parole di Gesù Signore.
Gesù conosce tutto di Dio e degli uomini.


“Io sono” significa anche: “Io sono dal Padre”; “Io sono stato mandato dal Padre”; “Io sono il vostro Messia, il vostro Salvatore, il vostro Redentore”. “Sono Io il vostro Salvatore, il vostro Redentore, il vostro Signore, il vostro Dio”. “Io sono la vostra salvezza”.
Per questo dovete credere che “Io sono”. Per entrare nella vera salvezza.


Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico.


I Giudei vogliono sapere chi è Cristo Gesù: “Tu chi sei?”.
Vorrebbero che Gesù dicesse apertamente di essere il Messia di Dio. In tale modo avrebbero un movente per accusarlo, giudicarlo, condannarlo. Gesù conosce le loro nascoste intenzioni e risponde ribadendo ciò che ha detto finora: “Sono proprio ciò che io vi dico”. Ciò che vi sto dicendo, questo io sono. Nulla di più. Nulla di meno. Nelle dispute e nei dialoghi se uno non è nello Spirito Santo facilmente si lascerà tentare dalle domande insidiose, cadendo così nella trappola del male e nel laccio dei malvagi.


Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo».


Gesù conosce ognuno di loro dal di dentro e dal di fuori. Per questo può dire di loro molte cose e li può anche giudicare. Nulla è nascosto ai suoi occhi. Vedendo ogni cosa, può dire ogni cosa e giudicare ogni cosa. Per Gesù non ci sono segreti.
Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato.
È questa una dichiarazione o affermazione esplicita sulla sua morte.


Gesù non morirà per lapidazione. Morirà invece per crocifissione. Sarà innalzato, issato sulla croce, allo stesso modo che Mosè ha innalzato nel deserto il serpente di rame.
Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite».

A queste sue parole, molti credettero in lui.


Tutto ciò che Gesù dice, opera, fa, in qualsiasi momento lo fa e lo dice, anche se è di sabato, è cosa gradita al Padre. Il dialogo di Gesù è un dialogo di amore e per amore. È un dialogo di salvezza nella rivelazione della sua verità. Ecco allora i frutti. Molti ascoltano le parole di Gesù e credono in Lui. Credono in Lui che è dal Padre. Che è l’Inviato del Padre, che è il Profeta che deve venire, che è il Messia del Signore. Credono perché il loro cuore è umile.
In una folla non tutti hanno lo stesso cuore. Ci sono i superbi e gli arroganti. Ma ci sono anche gli umili, i semplici, i piccoli. La folla, il mondo è come un terreno. Anzi è come il terreno della parabola del seminatore.
Non tutto il seme cade sul terreno buono. Ma neanche tutto il seme va perduto. Quando si parla alla folla, anche se i superbi e gli arroganti sembrano fare da padroni, ci dobbiamo ricordare sempre della differenza dei cuori. I cuori semplici e umili accolgono la Parola. Per questi dobbiamo parlare, insegnare, ammaestrare.
Gli altri cuori saranno condannati dal rifiuto che hanno fatto della Parola seminata in loro, ma respinta e rifiutata. La regola della seminagione va comunque osservata: la Parola va detta a tutti, sempre.


Don Francesco Cristofaro


Autore
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