Marò: la situazione a tre anni dalla morte dei due pescatori indiani

Annarita Faggioni
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KERALA (INDIA), 15 FEBBRAIO 2015 - Sono passati tre anni da quando Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati fermati dalle autorità indiane con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani durante un'operazione militare in difesa di un mercantile (l'Enrica Lexie).

La situazione a tre anni di distanza

La vicenda è tutt'altro che chiara: la piena risoluzione diplomatica tra India e Italia è fortemente richiesta da più parti. L'ultimo appello è del Presidente della Repubblica Mattarella, che ha parlato dei due Marò durante il suo primo discorso da Capo dello Stato. Il primo punto da chiarire è quale sia l'autorità competente sulle indagini.

La vicenda dovrebbe essersi svolta in acque internazionali, quindi la competenza sulle indagini sarebbe dovuta passare a un organismo terzo tra i due Paesi. Testimonianze che avrebbero, invece, ricostruito la vicenda nel porto indiano, avrebbero portato alla decisione di passare la competenza alle autorità indiane. Tra i vari organi inquirenti, il ruolo più importante è stato quello della NIA, organo indiano che però ha competenza solo nei casi di terrorismo e che, per sentenza della Corte Suprema del Kerala, non può procedere contro i due fucilieri italiani.[MORE]

Il Ministro degli Esteri indiano non è, a oggi, riuscito a dare una risposta convincente alle autorità italiane in merito. L'unica certezza è che Massimiliano Latorre è rientrato in Italia per motivi umanitari, dopo la grave ischemia che lo ha colpito, e che dovrà tornare in India tra tre mesi, quando scadrà la proroga concessa della Corte Suprema Indiana. Diversa la posizione di Salvatore Girone, che è invece da tre anni sotto la sorveglianza delle autorità indiane.

Diversi i Ministri italiani che si sono avvicendati nel corso del tempo: il primo fu Terzi (del Governo Monti), che lasciò l'incarico ammettendo l'impossibilità di risolvere velocemente la vicenda, che passò di mano al Ministro Bonino e ora a Gentiloni.

La parola dei famigliari delle due vittime indiane 

La vedova di una delle due vittime indiane ha dichiarato "Ho già detto di non serbare alcun rancore e per me i due Marò possono tornare per sempre dalle loro famiglie, perché so bene cosa significa l'assenza di chi è caro". La famiglia ha accettato il risarcimento dell'Italia (anche se questo non potrà mai sostituire la perdita di una persona cara), ma la vedova dichiara che nessuno si sia scusato per l'accaduto, a tre anni di distanza.

Per l'associazione dei pescatori del Kerala, l'ultima parola spetta al tribunale indiano: "Se le famiglie hanno perdonato, noi non lo faremo mai. È nella nostra tradizione punire chi uccide degli innocenti" spiegano.

(Foto sostenitori.info)

Annarita Faggioni

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Scritto da Annarita Faggioni

Giornalista di InfoOggi

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