Politica

Maritato: Alcuni dati relativi alla politica economica per il Governo Letta

BARI, 3 MAGGIO 2013 - "La signora Merkel e il presidente dell'Unione Europea ci dovrebbero spiegare come si fa a rilanciare crescita e lavoro rispettando i vincoli europei. Qualcuno dovrebbe spiegare a loro, a muso duro, che il nostro Paese non ha il diritto di poter usufruire delle deroghe accordate a Francia e Spagna.
Qualcuno inoltre dovrebbe spiegargli che ai mercati non interessa il rispetto del deficit al 3% o il pareggio di bilancio strutturale.

Quello che interessa ai nostri creditori è se l'Italia tornerà a crescere nei prossimi mesi e se sarà in grado di onorare il suo debito". Lo dichiara in una nota il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato.
"Il discorso di Letta in Parlamento comunque è stato buono e segna la fine dell'impostazione del governo Monti e, per alcuni versi, dello stesso PD di puntare tutto sull'aumento della tassazione e sull'avanzo primario per abbattere il debito.

L'abbattimento del debito pubblico non si può affidare al solo avanzo primario.
Avviare il fondo in tempi rapidi per abbattere il debito è il segnale più importante da dare ai mercati per un ulteriore diminuzione dello Spread sui nostri Titoli di Stato recuperando per questa via diversi miliardi per i minori interessi sul debito. È un'operazione da avviare subito e da completare nell'arco di 4 anni per riportare il debito sotto il 100% del Pil.

Per il resto, nel discorso di presentazione dal governo, il programma per la crescita e l'occupazione è quello su cui ha fatto la campagna elettorale il PDL, mentre il Pd di Bersani grosso modo proponeva il proseguimento della politica economica del governo Monti con l'aggravante di una manovra correttiva da effettuare subito dopo il voto e l'annuncio di una patrimoniale tutta da definire.

È così che l'ex segretario del Partito Democratico ha perso 13 punti in 5 settimane portando il partito da una vittoria sicura ad una sconfitta. - prosegue Maritato - Tutti ora si chiedono come coprire le spese per le detassazioni senza allentare i vincoli rigidi imposti da Bruxelles e dalla Merkel.

Fermo restando il diritto del nostro Paese ad avere le stesse deroghe di Spagna e Francia, la copertura per invertire la rotta e abbassare la pressione fiscale, rifinanziare gli ammortizzatori sociali, evitare l'aumento dell'IVA a luglio, non è poi così difficile da trovare a patto che ci sia la volontà politica per farlo. Questo vale anche per l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa, per diminuire l'Irpef per i redditi da lavoro e per iniziare ad abbattere l'Irap.

Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, sono ormai 36 mesi consecutivi che il prodotto interno lordo è negativo e il nostro Paese in recessione. Per arrestare la caduta del Pil e dare sollievo all'occupazione occorre un'inversione netta nella politica economica rispetto a quella del governo Monti e questo per evitare il collasso definitivo della nostra economia.

La pressione fiscale, per quelli che pagano le tasse, è al 52% e non c'è dubbio che è molto importante la lotta all'evasione. Tutto questo non esclude che da subito va alleggerito il peso delle tasse per chi le paga.
E' dimostrato che nessun Paese che ha applicato la ricetta tedesca del rigore con una tassazione media al di sopra del 45% ha fatto registrare un miglioramento dei conti e una ripresa dell'economia. Il prelievo va ridotto nell'arco temporale dei prossimi 3 anni di almeno 50 miliardi, liberando risorse per consumi e investimenti.

Se contemporaneamente verranno pagati gran parte dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende ciò porterebbe a superare la recessione con la ripresa dei consumi e dell'occupazione. Sono molti a pensare che tutto ciò sia possibile, fermo restando i vincoli europei che comunque vanno rivisti.

Noi pensiamo che gli interventi sulla spesa pubblica che si possono fare rapidamente, nei primi 100 giorni di questo governo, sono i tagli ai costi della politica per almeno 1 miliardo, il taglio di 12 miliardi di sussidi a fondo perduto con l'accordo di Confindustria, la eliminazione di sgravi, detrazioni e deduzioni fiscali del 10% su 180 miliardi con un recupero di 18 miliardi. Inoltre un paio di miliardi si possono recuperare per trattamenti sanitari più equi a carico dei redditi più alti.

Una manovra di questo tipo può garantire un recupero di almeno 2 punti di Pil il che significa 36 miliardi con un maggior gettito di imposte dirette e indirette per circa 16 miliardi. Questa manovra vale complessivamente 50 miliardi.

Oggi poi la BCE probabilmente abbasserà i tassi e questo potrebbe dare ulteriore sollievo se si comincerà a svalutare l'euro. Intanto a Bruxelles e a Berlino dovrebbero cambiare gli occhiali per correggere la loro miopia e dovrebbero da parte loro correggere un bilancio bocciato dal Parlamento europeo sostituendolo con un bilancio veramente orientato alla crescita. Stiamo parlando di cose che si possono fare subito e se Letta darà l'avvio al fondo patrimoniale per l'abbattimento del debito pubblico, altri risparmi possono arrivare da minori oneri per gli interessi sul debito pubblico. Smettetela di parlare a vuoto e mettetevi seriamente a lavorare". Conclude Maritato. [MORE]

(notizia segnalata da Ufficio Stampa Assotutela)