Cultura e Spettacolo

Maria Procopio presenta "Ritrovare Medea": un evento culturale di successo a Gimigliano

Nella variegata proposta dell’estate gimiglianese, curata dal Comune di Gimigliano in collaborazione con le associazioni del territorio, un ruolo privilegiato lo hanno avuto gli appuntamenti letterari.

“Non una proposta estemporanea – spiega l’assessore Maria Rosa Gigliotti – quanto la volontà e la necessaria consapevolezza che occorre investire sempre di più in cultura per creare comunità”.

Ultimo appuntamento, in ordine di tempo, ma non certo per importanza, quanto per ragioni organizzative, la presentazione del libro “Ritrovare Medea. Dal mito ai centri antiviolenza: le parole, le storie” (Rubettino), di Maria Procopio, presidente della Biblioteca delle donne di Soverato, psicologa, psicoterapeuta e scrittrice, da sempre impegnata nell'associazionismo femminista.
Al suo fianco la psicologa Stella Biamonte che con l’autrice coltiva una sincera amicizia oltre che un rapporto di collaborazione professionale che le ha viste entrambe impegnate nel cosiddetto “sociale”, al fianco della fragilità e della sofferenza umana.

Location dell’appuntamento lo storico Palazzo Mirabelli, nel centro storico di Gimigliano, che negli intenti del consigliere comunale Salvatore Cubello e dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Laura Moschella, intende appropriarsi di quella identità di laboratorio culturale di crescita e confronto socio-culturale per cui è stato concepito.

L’incontro, organizzato in collaborazione della cooperativa Tabit, è stato un successo di pubblico e di partecipazione.



Maria Procopio, sollecitata dagli interlocutori, attraverso un'appassionata narrazione, ha ripercorso i vari passaggi che hanno portato alla pubblicazione dell’opera, dall'ideazione alla sua realizzazione: focus della sua dissertazione è stata ovviamente la rivisitazione del mito di Medea, a cui l’autrice ha dato voce attraverso un'intervista (impossibile) alla stessa.

“Ho sentito la necessità – ha spiegato Maria Procopio - di porre la voce "antica" di Medea accanto a quella delle operatrici impegnate nei centri antiviolenza. Le loro voci danno il senso di un lavoro che è anche "politico" e non solo quello di servizio, promuovendo una relazione tra i generi fuori dalle logiche di predominio e rispettose del valore della differenza”.



Ne è nato un proficuo e appassionato confronto tra i presenti e l'autrice che hanno reso l'incontro molto intenso e provocante: storie intense, ricche di significato che hanno rubato l’attenzione di un uditorio che si è portato dentro un forte monito capace di disarmare stereotipi e culture nefaste che hanno privato e privano ancora tante donne della loro libertà.