Economia
Marchionne, Addio della Fiat a Confindustria
TORINO,03 OTTOBRE 2011- La settimana economica italia si apre con due lettere identiche inviate al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ad opera di Sergio Marchionne, in cui conferma quanto aveva già preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso: l'addio di Fiat a Confindustria. La lettera specifica che Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012.[MORE]
Si legge nell'incipit della lettera, "Cara Emma, negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l'obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco all'accordo interconfederale del 28 giugno, di cui Confindustria e' stata promotrice, ma soprattutto all'approvazione da parte del Parlamento dell'Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilita' oltre all'estensione della validita' dell'accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno".
L'AD della casa automobistica torinese continua scrivendo, "La Fiat fin dal primo momento ha dichiarato a Governo, Confindustria e Organizzazioni sindacali il pieno apprezzamento per i due provvedimenti che avrebbero risolto molti punti nodali nei rapporti sindacali garantendo le certezze necessarie per lo sviluppo economico del nostro Paese questo nuovo quadro di riferimento, in un momento di particolare difficolta' dell'economia mondiale, avrebbe permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei concorrenti".
A queste motivazioni, Marchionne aggiunge le scarse garanzie inerenti l'applicazione dell'art.8, "Con la firma dell'accordo interconfederale del 21 settembre e' iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volonta' di evitare l'applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull'efficacia dell'Articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l'impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilita' gestionale".
L'Ad del Lingotto, nella suddetta lettera sottolinea, anche, le sfide che il Gruppo ha intrapreso, specificando che "la Fiat e' impegnata nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 paesi, non puo' permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato".
Conclude Marchionne, "Per queste ragioni, che non sono politiche e che non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento, ti confermo che, come preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso, Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012".
Nonostante ciò, l'Ad della Fiat, "strategicamente" non chiude del tutto la porta, ma lascia uno spiraglio dicendo, "Stiamo valutando la possibilita' di collaborare, in forme da concordare, con alcune organizzazioni territoriali di Confindustria e in particolare con l'Unione Industriale di Torino".
Infine, conscio delle reazioni che la suddetta lettera determinerà, rassicura le parti interessate dicendo, "Da parte nostra, utilizzeremo la liberta' di azione applicando in modo rigoroso le nuove disposizioni legislative. I rapporti con i nostri dipendenti e con le Organizzazioni sindacali saranno gestiti senza toccare alcun diritto dei lavoratori, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come previsto dalle intese gia' raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco. E' una decisione importante, che abbiamo valutato con grande serieta' e attenzione, alla quale non possiamo sottrarci perche' non intendiamo rinunciare a essere protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese".
"L'uscita della Fiat dalla Confindustria e' una questione che attiene ai rapporti tra l'azienda automobilistica e l'associazione imprenditoriale e su cui i sindacati non possono avere, piu' di tanto, voce in capitolo". In questo modo commenta il leader della Uil Luigi Angeletti.
Intanto, a seguito dell' annuncio dell'addio a Confindustria, i titoli del Lingotto, hanno subito un tronfo: Fiat cede il 4% e Fiat Industrial il 3,27%. Vedremo se, nel corso della seduta in borsa, i titoli si riprenderanno.
Rosy Merola