Politica
Manovra, raggiunto l'accordo nel Governo. Deficit al 2,4%
ROMA, 28 SETTEMBRE – L’accordo per la manovra c’è: alle ore 23:15 di ieri è arrivata la notizia che il Consiglio dei ministri, all’unanimità, ha approvato la nota di aggiornamento al Def. E c’è anche un numero per il rapporto deficit/Pil: 2,4, ben al di sopra dell’1,6% che sembrava voluto da Tria, ma comunque al di sotto di quota 3%.
Secondo quanto si apprende da Palazzo Chigi, nella manovra c’è molto di quanto promesso in campagna elettorale: una prima introduzione della flat tax, al 15% comprensivo dell’Iva per i piccoli imprenditori, il superamento della legge Fornero in materia pensionistica, con l’ormai nota “quota cento” ed il reddito di cittadinanza.
In una nota congiunta rilasciata nella serata di ieri, i vicepremier Salvini e Di Maio si sono detti molto soddisfatti, sottolineando come quella appena approvata sia “la manovra del cambiamento”. Per il leader pentastellato, in particolare, “vincono i cittadini” ed il Def “cancellerà la povertà”. Quanto ai presunti attriti con il Tesoro, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha ribadito: “Convincere Tria? Non c’era da convincerlo”.
Tra poco più di due settimane toccherà alla Commissione europea ed all’Eurogruppo esaminare il progetto di bilancio, poi sarà la volta della presentazione alle Camere della legge di bilancio, con la discussione sugli emendamenti.
Piovono, intanto, critiche dalle opposizioni. A non convincere le altre forze politiche, in particolare, è l’aumento del deficit oltre il 2% (2,4%) del Pil, che si tradurrebbe in tensioni sui tassi d’interesse del debito italiano e minerebbe la sostenibilità dei conti sul lungo periodo. Per Più Europa, “è una manovra dello spread”, e le misure in essa contenute “non avranno alcun effetto positivo sulla crescita”.
Resta, per il momento, incerto il futuro prossimo: come sarà accolta la proposta italiana a Bruxelles, infatti, è ancora da vedere. Ad ogni modo, appare evidente che se dalla Commissione ci sarà l’ok all’aumento del deficit, questo rappresenterà l’inizio di una nuova “epoca” di politiche economiche all’interno dell’Eurozona, segnando di fatto il superamento del rigore.
Paolo Fernandes
Foto: ilgazzettino.it