Politica
Manovra, dichiarazioni del giorno dopo
ROMA, 30 AGOSTO 2011 - Sono state annunciate ieri le novità della manovra finanziaria, così oggi si sprecano i commenti della classe dirigente sulle modifiche.
Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, giudica in questo modo le dichiarazioni di Berlusconi di ieri: “eviti, in un momento così delicato, di fare smargiassate”. “Berlusconi – ha continuato - ha detto che il suo cuore grondava sangue per il contributo di solidarietà e, ora che quel contributo è scomparso, non gronda più? Gli rispondiamo: versi ancora qualche goccia del suo preziosissimo liquido, visto che il contributo lo pagano già i dipendenti pubblici”.[MORE]
Dichiarazioni di dissenso arrivano anche dal vice di Fini, Italo Bocchino: “L'accordo di maggioranza sulla manovra – afferma - è un colossale bluff che sarà presto smascherato. All'appello mancano almeno cinque miliardi di euro, non c'è nulla per la crescita, non si colpisce l'evasione, non si fanno riforme strutturali né si toccano i costi della politica. I segnali negativi si sono fatti sentire, con lo spread dei titoli di Stato in aumento, la Corte dei Conti che parla di manovra recessiva e Bankitalia che sottolinea il freno alla crescita”.
Secondo il segretario del Pd, Luigi Bersani “la giustizia di Arcore e di Bellerio è dunque la seguente: non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea. Dopo il patto di Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più”.
Tutto il contrario, dunque, di quanto afferma il premier, che si ritiene soddisfatto delle novità introdotte e che afferma a Studio Aperto, parlando dei tagli alla politica: “Noi ci avevamo provato ma poi la sinistra bocciò la nostra legge con un referendum. La nostra determinazione è assoluta, perché i costi della politica sono forti e per questo siamo grati al senso di responsabilità della Lega. Ora in Parlamento tocca all'opposizione e, se ci sarà l'accordo con una maggioranza dei due terzi, potremo arrivare in poco tempo ad approvare la riduzione del numero dei parlamentari e l'abolizione delle Province”.
Il contenzioso sta nel fatto che le riduzioni apportate ai costi della politica non saranno nella manovra ma dovranno essere soggette a revisione costituzionale. E così Massimo Donadi (Idv) commenta: “Se non li conoscessimo saremmo pronti a commentare positivamente l'annuncio dell'accordo sul dimezzamento dei parlamentari e sull'abolizione delle province, unici due elementi positivi di una manovra pessima e dannosa.
Purtroppo, però, li conosciamo e non ci fidiamo, li aspettiamo alla prova dei fatti.”
“Se presenteranno ddl costituzionali sui temi specifici – continua Donadi - dimostreranno serietà ed avranno il nostro appoggio”.
Marta Lamalfa