Cronaca

Manduria news, immigrati fuga in massa. Scontro Tunisia Italia

Tunisi: nessun accordo. Roma: c'è, va rispettato. Berlusconi: ospitalità è un dovere. No della Lega
LAMPEDUSA 03 APRILE 2011 - Nel giorno del rogo e delle tensioni, quando sembrava che la situazione a Lampedusa stesse per esplodere, e' arrivata improvvisa la notizia che i trasferimenti sarebbero ripresi, dopo tre giorni di vento e di snervante attesa che avevano bloccato gli extracomunitari in un angolo del molo, al freddo e con le speranze di partire ridotte al lumicino. [MORE]

La svolta e' arrivata nel pomeriggio, quando in una riunione dei corpi di polizia si e' deciso che non era piu' il caso di aspettare la volonta' di Eolo e cominciare i trasferimenti con l'unico mezzo che consentiva di farli anche in condizioni meteo avverse: la nave militare San Marco, in rada da giorni e pronta a caricare 500 dei quasi 4 mila stranieri presenti nell'isola.

Ma a sera le tensioni sono riesplose: quando i migaranti, in fila per essere prelevati dai pullman, hanno capito che non tutti sarebbero partiti, e' cominciato un lancio d'oggetti e sassi contro le forze dell'ordine schierate in tenuta anti-sommossa. E' durato poco, ma la giornata ha insegnato che gli umori al molo cambiano repentinamente. Intanto, alle 19 la prima scialuppa e' uscita dalla ''pancia'' del mezzo militare, dove e' tornata con un carico di uomini prelevati al molo Favaloro. La San Marco fara' rotta verso Napoli, dove i migranti saranno prelevati e condotti a Santa Maria Capua Vetere. Non e' ancora la soluzione che liberera' Lampedusa, ma domani, quando le condizioni meteo miglioreranno, il ventre della ''Superba'', con ben altre capacita' di carico, inghiottira' altri duemila stranieri. E altri ancora troveranno posto sui traghetti che da stasera arriveranno a Lampedusa. Si dovrebbe cosi' concludere l'esodo, come oggi ha annunciato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che durante la sua visita di mercoledi' nell'isola aveva previsto che l'operazione di svuotamento sarebbe avvenuta entro 48-60 ore, ma poi ci si e' messo di mezzo il Maestrale. Il premier, che lunedi' sara' a Tunisi, ha parlato di ''intervento responsabile del governo'', sottolineando l'atteggiamento comprensivo e civile dell'Italia. Parole pronunciate mentre al porto vecchio un migrante, subito fermato dalla polizia, dava fuoco alla roulette di una compagnia di navigazione.

L'episodio ha fatto scoppiare il caos, e per alcuni minuti si e' temuto il peggio. L'intervento del vicario della questura di Campobasso, Giancarlo Conticchio, in questi giorni nell'isola, ha placato gli animi convincendo i migranti che questo sarebbe stato l'ultimo giorno di sofferenza. La folla lo ha sollevato in aria, gridando ''liberta', liberta'''. Ma tensione ed euforia si sono alternate per tutto il pomeriggio: gli extracomunitari hanno prima rifiutato il cibo, respingendo il furgone che trasportava i pasti, e intorno alle 15, quando hanno deciso di mangiare, e' cominciata l'altra protesta, questa volta contro la scarsa qualita' dei pasti. Era un viavai di stranieri che mostravano i piatti di riso alle telecamere e invitavano chiunque si trovassero davanti ad odorare il riso o la pasta: ''basta maccaroni che puzzano''. L'hanno fatto anche con il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio, che con aplomb britannico ha risposto: ''grazie, ho mangiato''.

Chi disponeva di qualche spicciolo ha girato i tacchi e ha preferito comprare per due euro una vaschetta di chakchouka, una specie di minestrone piccante, cucinato apposta per i tunisini dal panificio ''La spiga d'oro''. Se la notte passera' senza tensioni, domattina le tre navi che raggiungeranno Lampedusa, e ''La Superba'', gia' in rada davanti al porto, potranno portare via i circa 3.400 rimasti. Le destinazioni sono state gia' decise: Trapani, Catania, Napoli e Livorno. Ma il tema di oggi non e' solo quelle delle partenze, ma anche dei nuovi arrivi: un barcone attracchera' in serata a Lampedusa; era stato avvistato nella tarda mattinata a 50 migli dall'isola, probabilmente partito dalla Libia. E la bonaccia che si prevede per i prossimi giorni lascia supporre un'altra ondata di sbarchi. I migranti oggi hanno inaugurato anche un'altra rotta: 92 tunisini sono sbarcati nell'isola di Favignana, nelle Egadi.

SCONTRO TRA ITALIA E TUNISIA SU RIMPATRI TUNISI: NON ESISTONO ACCORDI. ROMA: CI SONO, NON LI RISPETTATE
ROMA - E' scontro totale tra Italia e Tunisia sull'immigrazione alla vigilia della delicatissima missione di lunedi' a Tunisi del premier Silvio Berlusconi, gia' alle prese con la ruvida intransigenza della Lega sul fronte interno. Dopo giorni di accuse e minacce di 'rimpatri forzati' che hanno fatto salire la tensione alle stelle, oggi fonti ufficiali del ministero degli Esteri tunisino hanno fatto trapelare tutto il loro malumore smentendo l'esistenza di qualsiasi tipo di accordo scritto con l'Italia. Roma piuttosto, e' il senso dello sfogo tunisino, mostri ''solidarieta''' con un Paese che, malgrado le mille difficolta' che sta attraversando, ''e' stato in grado di accogliere oltre 150mila rifugiati in fuga dalla Libia''. Ben piu' quindi dei 20mila che nelle ultime settimane si sono abbattuti come ''uno tsunami umano'' (parole di Berlusconi) su Lampedusa. Le agenzie fanno appena in tempo a battere le accuse tunisine che il governo reagisce e contrattacca: gli accordi ci sono, e' Tunisi a non rispettarli. ''Nella missione del 25 marzo scorso a Tunisi - fanno sapere infatti da Roma citando la stessa circostanza richiamata dai tunisini - i ministri dell'Interno e degli Esteri, Roberto Maroni e Franco Frattini, hanno concordato con le autorita' tunisine il rimpatrio immediato e progressivo di tutti i cittadini del paese nordafricano arrivati a Lampedusa quest'anno, sulla base dell'accordo tra i due Paesi sottoscritto il 6 agosto 1998 e rinnovato nel gennaio del 2009. Ma quell'impegno - e' l'accusa rivolta - non e' stato rispettato''. Insomma, e' vero che durante quella missione non e' stato materialmente sottoscritto nessun pezzo di carta. Ma, puntualizza anche la Farnesina, ''sono state definite intese politiche molto chiare'', finora disattese. Quali? Da Tunisi, sostengono fonti del governo, c'era stato ad esempio l'ok alla richiesta italiana di rimpatriare nel giro di un mese con navi e aerei tutti i tunisini giunti a Lampedusa fino a quel momento, sulla base dell'invio della richiesta da Roma. Ma, viene osservato, nonostante gli impegni presi, da allora non e' successo nulla e la richiesta di rimpatrio per i prime mille tunisini gia' identificati dalle autorita' italiane, notificata a Tunisi, non ha avuto alcuna risposta. Nella nota fatta filtrare dalla Tap, l'agenzia tunisina, il ministero degli Esteri di Tunisi parlava di ''alcune dichiarazioni'' non veritiere su un non rispetto degli accordi fatte da ''partiti politici italiani'' e ''riprese dai media italiani''. In realta', e' stato lo stesso Berlusconi, giovedi' scorso, ad accusare il governo tunisino di non rispettare i patti: ''Il governo tunisino aveva assicurato di fermare le barche degli immigrati ma questo non e' avvenuto'', aveva denunciato il premier. La tensione con Tunisi esplode quindi in un momento delicatissimo, e in Italia subito attaccano le opposizioni. ''Il governo venga immediatamente in Parlamento a spiegare alla luce della secca smentita di qualsivoglia accordo che viene da Tunisi'', chiede la portavoce di Alleanza per l'Italia, Linda Lanzillotta. ''Nei giorni scorsi non solo Berlusconi, ma vari esponenti del governo avevano sottolineato l'importanza di un accordo sull'immigrazione che adesso viene smentito. E' imbarazzante - dice l'esponente dell'Api - il dilettantismo con cui il governo Berlusconi si sta muovendo''. Durissima anche l'Italia dei Valori: ''L'ottimismo di Berlusconi e dei suoi 'portaborse' Maroni e Frattini - attacca il presidente dei senatori Idv Felice Belisario - sembra smentito. Vogliamo sapere in Parlamento come questo governo latitante intende affrontare l'emergenza immigrazione''.

CAOS TENDOPOLI: VIMINALE CERCA RIMEDI, GELO DA TUNISI ALTA TENSIONE A LAMPEDUSA E MANDURIA, MARTEDI' NUOVI CIE

 
Poco ottimista sulla missione di lunedi' in Tunisia con il premier Berlusconi, il ministro dell'Interno Roberto Maroni si prepara allo scenario peggiore. Il tempo migliorera', gli sbarchi riprenderanno e ci sara' da sistemare nel giro di pochi giorni 10-20mila persone in tendopoli da allestire in ogni regione, escluso l'Abruzzo. Anche in quelle governate dal Lega, come Piemonte e Veneto. La data chiave e' quella di martedi' prossimo, quando la cabina di regia Governo-Regioni-Enti locali fara' il punto della situazione. E intanto e' caos a Lampedusa, dove il vento ha rimandato le partenze e sull'isola ci sono ancora piu' di tremila africani ed a Manduria, dove sono proseguite le fughe di massa di migranti dalle tendopoli. Ieri Berlusconi si e' detto fiducioso di raggiungere un accordo con Tunisi per il blocco delle partenze di migranti ed il rimpatrio di quelli gia' arrivati (sono 20mila). Sul primo punto l'Italia e' pronta a mettere sul piatto mezzi (motovedette, fuoristrada, motori, visori notturni ed altri equipaggiamenti) e l'addestramento alle forze di polizia per una quota di circa 100 milioni di euro. Le prime forniture potrebbero partire gia' tra un paio di settimane. Quanto ai rimpatri, l'obiettivo, probabilmente velleitario, e' strapparne 100 al giorno (l'accordo in vigore ne prevede al massimo quattro). In cambio, Roma offre linee di credito supplementari fino a 150 milioni di euro per incentivare il reinserimento dei migranti e l'avvio di attivita' economiche. Ma da Tunisi e' gelo. Nessun accordo sull'immigrazione clandestina - puntualizza il ministero degli Esteri del Paese nordafricano - e' stato firmato con l'Italia lo scorso 25 marzo durante la missione a Tunisi dei ministri Frattini e Maroni. Viene quindi rivolto l'appello al governo italiano affinche' mostri ''solidarieta' con il popolo tunisino in questo importante periodo di transizione'' sul fronte dell'immigrazione e ricorda che la Tunisia stessa sta facendo i conti con un afflusso di oltre 150mila rifugiati dalla Libia che ''sono stati accolti dal popolo tunisino'' malgrado ''la difficile situazione che attraversa il Paese''. Secca la replica dall'Italia. Fonti del Governo fanno sapere Maroni e Frattini hanno concordato con le autorita' tunisine il rimpatrio immediato e progressivo - nel giro di un mese con navi e aerei - di tutti i cittadini del paese nordafricano arrivati a Lampedusa quest'anno, sulla base dell'accordo tra i due Paesi sottoscritto il 6 agosto 1998 e rinnovato nel gennaio del 2009. Non c'era dunque da firmare un nuovo accordo. Ma quell'impegno non e' stato rispettato. Da Roma e' stata infatti inviata a Tunisi la richiesta per il rimpatrio dei primi mille gia' identificati, senza avere risposta. Con queste premesse non c'e' dunque da aspettarsi miracoli dalla missione di lunedi'. Bisogna prepararsi al peggio. E la soluzione piu' immediata rimane quella delle tendopoli. Una lista che 'scotta' nelle mani del titolare del Viminale e che non e' stata ancora consegnata a Regioni ed enti locali proprio per non suscitare allarmi, specialmente dopo quello che sta succedendo a Manduria, il primo campo entrato in funzione. Oggi e' stato aperto anche quello di Potenza (500 posti). Domani sara' la volta delle tendopoli di Chinisia (Trapani), con 600 posti, Caltanissetta (600) e Santa Maria Capua Vetere (800). E sempre domani arriveranno i primi migranti in Toscana, che accogliera' complessivamente 500 persone in piccole strutture. In questo modo sara' svuotata Lampedusa ed il piano prevede che navi rimangano in rada pronte a trasferire subito altrove gli eventuali nuovi arrivi. Ci sara' quindi da aprire nuove tendopoli, anche al Nord. Alcuni siti sono gia' circolati, anche se non sono definitivi: l'arena Rock di Torino (bloccata dal sindaco Sergio Chiamparino fino all'incontro di martedi'), Montichiari (Brescia), Vipiteno (Bolzano), Padova, Tarquinia (Viterbo). Non sara' facile pero' ottenere l'ok di Regioni ed enti locali che non vogliono tendopoli. Si punta a realizzare nelle aree militari - molte al Nord - i Cie, con sorveglianza stretta per i clandestini. Piu' a maglie larghe la vigilanza per i centri destinati ad ospitare chi intende chiedere protezione o ricongiungimento familiare. Se il flusso migratorio non dovesse arrestarsi, il Governo e' poi pronto a concedere il premesso di soggiorno temporaneo per consentire a chi arriva in Italia di spostarsi verso i Paesi preferiti, Francia innanzitutto - ma anche Germania ed altri.

BERLUSCONI: OSPITALITA' E' DOVERE. SCONTRO CON LA LEGA PREMIER: NON TIRIAMOCI INDIETRO. CALDEROLI: LI PRENDANO A CASA
 
 L'Italia e' un Paese di migranti. ''Dobbiamo ricordarcene''. E dobbiamo ''mettere in atto azioni di comprensione e generosita' che sono proprie di un Paese civile e cattolico''. Il premier Silvio Berlusconi traccia la linea della ''ospitalita''' sul fronte dell'immigrazione. E, alla vigilia della missione tunisina di lunedi' per trattare la soluzione al problema degli sbarchi, spiega che dei 21 mila nordafricani arrivati, circa novemila potrebbero restare e trovare lavoro. Ma sulla questione e' scontro con l'alleato leghista. ''Clandestini fora di ball'', ribadisce Roberto Calderoli, riecheggiando Bossi: ''Se qualcuno la pensa diversamente, ospiti i clandestini a casa sua'', aggiunge. C'e' attesa per quanto si riuscira' a portare a casa lunedi' da Tunisi, nelle fila della maggioranza. Si ostenta fiducia in Berlusconi e, soprattutto dalle fila leghiste, nel ministro dell'Interno Roberto Maroni. Ma restano irrisolte le tensioni per le diversita' di vedute sulla linea da tenere e per la concentrazione degli immigrati al Sud, che ha portato alle dimissioni di Alfredo Mantovano. Berlusconi parla in mattinata, in collegamento telefonico con Catania: ''Stiamo intervenendo con il pragmatismo che ci e' consueto'', rivendica. ''Io c'ho messo la faccia andando a Lampedusa'' e se gli immigrati sono ancora sull'isola e' perche' ''si e' messo di mezzo il mare con il vento che ha soffiato per due giorni a 40 Km all'ora. Ora che calera' potremo far salire sulle navi i clandestini e per domani sera ridaremo Lampedusa ai suoi cittadini''. Intanto, fa sapere il premier, ''non vi sono disfunzioni ne' per il vitto, ne' per l'acqua''. Dei 21 mila arrivati dall'Africa, spiega Berlusconi, 2 mila sono profughi, 19 mila ''economici, cioe' migranti in cerca di lavoro''.

Di questi, alcuni si punta a rimpatriarli, in accordo con Tunisi, altri ad avviarli verso altri Paesi, grazie alla ''concessione del permesso di soggiorno temporaneo''. Infine, per il ''dovere di ospitalita''' del nostro Paese, ''se restassero 9mila nuovi cittadini basterebbe distribuirne uno per ciascun Comune'' e trovargli lavoro non sarebbe un problema. Ma e' di tutt'altro parere la Lega: ''Il nostro dovere - dice Calderoli - e' difendere il nostro territorio, i nostri posti di lavoro, garantire la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico. L'unica soluzione e' quella che ha sintetizzato Bossi: 'fora di ball'''. Ovvero, rimpatri forzati. Null'altro. Continua a invocare l'attenzione dell'Europa, intanto, il governo, con il ministro Alfano che critica la supposta ''cooperazione'' che si traduce nel ''blocco degli immigrati che vanno in Francia''. Ma e' la tensione interna alla maggioranza a tenere banco. I capigruppo Pdl al Senato, Gasparri e Quagliariello, invocano ''una risposta di governo'' sulla ''sicurezza nei quali gli extracomunitari vengono ospitati'' e soprattutto sulla questione, posta da Mantovano, della ''impossibilita' di meridionalizzare l'emergenza immigrazione''. Una richiesta, questa, che suona come una sfida alla Lega, che tranquillizza invece i suoi elettori sul fatto che ''al Nord non verranno approntati nuovi Cie''. Mentre a Milano Salvini e Borghezio guidano una protesta davanti al consolato e avvertono: se non si riuscira' a ''rispedire a casa'' i clandestini ''con le buone, lo faremo in altri modi''. Intanto l'opposizione incalza. ''Con la demagogia della Lega ci troveremo sempre piu' clandestini'', dice l'Udc Casini. ''Non mi pare molto pragmatico - afferma Bersani - lasciare la gente senza bagni, ne' cibo ne' acqua''. E Bocchino (Fli): ''Il governo dovrebbe venire in Parlamento per ricercare insieme con le opposizioni le soluzioni, lasciando stare la propaganda''. Siamo di fronte a un ''disastro umanitario'', sentenzia Di Pietro (Idv). E la ''colpa'' e' del governo.
(Ansa)