Cronaca

Mamma ventenne pugnalata a morte a Catania. Denunciò ex fidanzato stalker, fermato in fuga confessa

CATANIA, 7 OTTOBRE 2015 - Giordana Di Stefano, madre ventenne di una bimba di quattro anni, è stata uccisa con diversi colpi di arma da taglio nella sua auto a Nicolosi, nel Catanese. La giovane oggi avrebbe dovuto assistere alla prima udienza preliminare per stalking, dopo una denuncia fatta il 3 ottobre del 2013 nei confronti di Luca Priolo, 24 anni ex convivente e padre della figlia avuta quattro anni fa dalla ragazza.

Le indagini dei carabinieri si sono concentrate subito sul ragazzo. È stato bloccato dopo un giorno di ricerche alla stazione ferroviaria di Milano. Era fuggito con l'auto della madre, una Fiat Punto, la cui targa è stata rilevata in alcuni passaggi autostradali poi una volta arrivato a Milano, secondo gli investigatori avrebbe provato a prendere un treno per l’estero. Il giovane sarà sentito probabilmente da magistrati della Procura di Milano su rogatoria attivata dai loro colleghi di Catania. Nei suoi confronti il procuratore di Catania Michelangelo Patanè e il sostituto Alessandro Sorrentino hanno emesso un fermo per omicidio volontario aggravato. [MORE]

Secondo gli inquirenti, infatti, sarebbe passionale il movente che ha spinto, nella ricostruzione dell’accusa Priolo a uccidere Giordana. Con l’ex compagno Giordana aveva sempre avuto una relazione tormentata: i due si erano speso lasciati per poi riprendere il loro rapporto. A un certo punto aveva anche deciso di denunciare il padre di sua figlia per stalking perché l’ex non avrebbe accettato altre relazioni sentimentali della ragazza nel periodo in cui non stavano insieme. Nell'esposto la ventenne denunciava di avere ricevuto messaggi assillanti e di essere stata vittima di appostamenti, ma da allora non aveva più segnalato minacce e non aveva neppure nominato un proprio avvocato.

Forse i due si sono incontrati prima che Giordana andasse dal giudice e tra i due sarebbe scoppiata l’ennesima lite, questa volta finita in tragedia. Anche perché, scavando nella vita privata della ragazza, quest’estate sembra che qualcosa non andasse nel rapporto che Giordana aveva con qualcuno. Il 4 settembre scorso sulla sua pagina Facebook la donna pubblicava un post da cui si evinceva la sua passione per la danza, ma probabilmente anche a una difficile situazione emotiva: “Ballavo per un disperato bisogno fisico di muovermi, voltarmi, correre... Ballavo perché il mio corpo doveva scaricare nell'aria circostante violente energie compresse che non sapevo dove mettere, come trattare. Era una forza misteriosa, silenziosa, completamente padrona di me, della quale non sapevo cosa fare...”.

Sempre il 4 agosto, sotto la scritta “ho smesso” ha poi pubblicato questo post: “Uno degli errori più grandi che si possano fare è tenere vicino chi sgretola la tua autostima, piano, con gesti apparentemente inconsapevoli”. E ancora: “Bisogna fare attenzione alle parole che si dicono... Le parole sono armi senza scampo, affilate e pericolose... Ti si appigliano addosso e non te ne liberi più... Ci sono schiaffi che si perdonano e parole che non lasciano scampo....!!!! Alcune parole non si perdonano.... Buonanotte...!!!!!”.

Aggiornamento ore 11.50, 8 ottobre 2015: Luca Priolo ha confessato davanti al sostituto procuratore di Milano, Cristian Barilli, alla presenza del suo avvocato d'ufficio, e ha dato informazioni utili per fare ritrovare gli indumenti insanguinati ai carabinieri della compagnia di Paternò e del comando provinciale di Catania nelle campagne di Belpasso, vicino a un centro commerciale del paese. Non è stata invece ancora recuperata l'arma del delitto, un coltello da caccia, che ha detto di avere lanciato nella stessa zona. Priolo ha sostenuto di avere agito d'impulso e non in maniera premeditata.

Tiziano Rugi