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Mali, l'ONU minaccia sanzioni per assenza di progressi nel processo di pace

BAMAKO, 25 GENNAIO - Due mesi, questo è il termine che il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha concesso alle fazioni in lotta in Mali, per dimostrare di aver conseguito dei progressi nel difficile percorso per la pacificazione del Paese. Se l'ultimatum delle Nazioni Unite non sarà ottemperato, è pronto un nuovo pacchetto di sanzioni per lo Stato africano.[MORE]

"Impazienza riguardo ai persistenti ritardi nell'attuazione degli accordi del 2015", è questo il nucleo della dichiarazione che, all'unanimità, il Consiglio ha adottato. I membri hanno poi sottolineato come la situazione sarà monitorata da vicino, dichiarandosi pronti ad intervenire come sia necessario nel caso in cui le parti non attuassero gli impegni presi entro la fine di marzo.

L'accordo in questione risale al giugno 2015, quando il governo legittimo del Mali sottoscrisse un concordato di pace con i gruppi armati disseminati nel Paese, al fine di cessare i combattimenti. Da allora, tuttavia, le azioni dei rivoltosi non si sono fermate, in particolar modo nelle zone al centro dello Stato.

Da qui, la rinnovata esigenza di "distribuire dividendi di pace alla popolazione del Nord e di altre parti del Mali prima delle elezioni previste per quest'anno" evidenziata dal Consiglio di Sicurezza.

Decentramento dell'autorità, disarmo e smobilitazione dei gruppi armati, nonché istituzione di forme di cooperazione tra le città di Kidal e Timbuktu, nella parte settentrionale del Paese, con un occhio di riguardo anche alla partecipazione delle donne alla vita politica del Paese: è questo il decalogo delle Nazioni Unite per guidare il Mali verso la pace.

"E' un momento cruciale" ha affermato l'ambasciatrice degli USA all'ONU, sottolineando l'importanza delle elezioni per "favorire la transizione politica nel Paese".

Il territorio del Mali è stato per lungo tempo una colonia della Francia con il nome di Sudan Francese. Nel 1960, la repubblica Sudanese ed il Senegal si proclamarono indipendenti assumendo la denominazione di Federazione del Mali, ed in un secondo momento si separarono. La Repubblica Sudanese prese dunque il nome di Mali. Le prime elezioni democratiche risalgono al 1992, quando il dittatore Moussa Traorè fu deposto dai militari.

Paolo Fernandes

Foto: lavocesociale.it