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MILANO, 9 NOVEMBRE 2012- Nuova delusione per gli ammalati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA): dopo lo sciopero della fame portato avanti con coraggio nelle ultime settimane, nessuna risposta da parte del Ministero, che per bocca di Grilli aveva annunciato imminente lo stanziamento di nuovi fondi. Ma ad oggi i fondi promessi non arrivano e ancora lontana appare la garanzia di un livello minimo di assistenza domiciliare.[MORE]
È per questo che dal 14 novembre si darà il via a un nuovo sciopero. A comunicarlo, oggi, Salvatore Usala, Segretario del comitato 16 Novembre, l’associazione che dal 2010 lotta per i diritti dei disabili, in particolare malati di SLA. Insomma, le parole non possono più bastare, servono fondi e servono al più presto. I malati di SLA, una patologia degenerativa e progressiva del sistema nervoso, così come tutte le persone affette da malattie altamente invalidanti, necessitano di un’assistenza continua, spesso 24 ore su 24. I familiari che si occupano di loro sono per questo non di rado costretti a lasciare il proprio lavoro per dedicarvisi a tempo pieno.
Urge dunque un supporto di cui si faccia finalmente garante lo Stato, che non può più lasciare da sole queste persone. In tale direzione si muovono le battaglie dei membri del Comitato, spesso loro stessi affetti dalla grave patologia. Quello per cui lottano è un diritto minimo che uno Stato civile non può più lesinare a concedere. Spiega Usala: «Nel fondo Catricalà (art. 8, comma 21, disegno di legge di stabilità) non c’è nulla di definito, c’è di tutto e di più, vogliamo certezze, una cifra definita. È stato quasi soppresso il fondo Letta ( art 23, comma 8, legge 135/2012, cosiddetta spendins review) portando il fondo da 658 milioni a poco più di 56. Ecco perché dal 14 novembre riprenderemo lo sciopero della fame alimentandoci al 50% del fabbisogno calorico. Mentre dal 21 novembre saremo in presidio e in sciopero della fame davanti al Ministero».
(fonte immagine di Salvatore Usala: Unione sarda.it)
Emmanuela Tubelli