Cronaca

Malasanità, Sicilia al secondo posto. Ma Russo chiede le fonti

PALERMO, 25 OTTOBRE 2011 – Hanno destato scalpore, in Sicilia, i dati della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario (di cui vi diamo conto in un articolo firmato dalla nostra Sara Marci) e che mettono l'isola al secondo posto nella speciale “classifica” delle regioni a più alto tasso di malasanità del Belpaese.[MORE]

Tra errori veri e propri ed “altre criticità” - come scrive la Commissione – a guidare la classifica è la Calabria, con 97 casi in totale (di cui 78 casi terminati con il decesso del paziente) seguita, a quota 91 (66 i casi di decesso) proprio dall'isola.

«A due anni dall'effettivo inizio della sua attività d'inchiesta» - ha dichiarato Leoluca Orlando, che della Commissione è presidente - «possiamo tracciare un bilancio molto positivo degli effetti prodotti dalla Commissione che ho l'onore di presiedere e che si è distinta per autonomia di azione da condizionamenti partitici».
Tra gli effetti più visibili «la nascita e la crescita della consapevolezza che la tutela della salute, prevista dall'articolo 32 della Costituzione, sia un diritto per i cittadini ma anche un dovere per gli operatori sanitari, da noi continuamente invitati a rivendicare l'esigenza di essere posti nelle condizioni di sempre meglio operare, ma pratiche purtroppo diffuse di selvaggio spoil system rischiano di indurre l'operatore ad essere più preoccupato di non creare problemi al manager o al politico che procede alla nomina, piuttosto che provvedere, in condizioni di sicurezza per sé e per i pazienti, allo svolgimento della propria attività istituzionale».

Dalla Commissione precisano, comunque, che non tutti i casi di presunta malasanità siano addebitabili a una diretta incapacità professionale del personale medico. Molte di quelle “altre criticità”, infatti, riguarderebbero carenze strutturali, nei servizi o ad irregolarità nei concorsi.

Non si sono fatte attendere le reazioni, che in Sicilia sono state commentate dall'assessore alla Salute Massimo Russo, che ha chiesto al deputato dell'Italia dei Valori di spiegare «da quali fonti ha attinto i dati per stilare la sua classifica della malasanità e con quale metodologia ha verificato i presunti casi».
«Spieghi» - ha continuato l'assessore - «quali casi da lui citati hanno poi trovato riscontro nell'azione della magistratura per l'esistenza di rilievi penali. Spieghi, infine, cosa ha fatto in concreto la sua commissione per accertare la fondatezza dei presunti casi di malasanità e renda noto quali iniziative di sua competenza sono state poste in essere per contrastare cause e responsabilità di eventuali errori sanitari nelle strutture pubbliche e private».
«Nessuno discute la passione con cui il presidente Orlando lavora per contribuire al miglioramento del sistema sanitario nazionale» - ha concluso l'assessore Russo - «ma bisogna comprendere che certe affermazioni, spesso non supportate da riscontri, hanno l'unico risultato di incrinare sempre più il rapporto di fiducia tra i cittadini e i medici».

È bene sottolineare, comunque, come la Commissione possa solo «sollecitare a porre in essere ogni azione per l'accertamento di responsabilità e per l'adozione di misure sanzionatorie e/o cautelari a carico degli eventuali responsabili», come ha dichiarato Leoluca Orlando, che ha comunque tenuto a sottolineare come oltre alla malasanità ci siano anche casi di “mali malati”, cioè pazienti che strumentalizzano eventi negativi non sempre legati a responsabilità personali o gestionali, che trovano sostentamento in avvocati che, nell'assistere i parenti delle vittime o le vittime stesse «non rispettano le regole».


Andrea Intonti