Cronaca

Malasanità in Calabria 4 Ginecologi saranno processati

CATANZARO 14 LUG - Nei giorni addietro avevamo già scritto che l’Associazione Hera Onlus, una delle principali associazioni di pazienti impegnate nel campo della promozione della ricerca scientifica nell’ambito della procreazione medicalmente assistita (PMA) e dell’assistenza ai pazienti di questo settore, ha deliberato di costituirsi parte civile contro quei ginecologi che sarebbero stati rinviati a giudizio. Oggi il GUP Paola CIRIACO ha rinviato a processo quattro dei sei ginecologi coinvolti nella delicata inchiesta. Rinviati a processo innanzi il Tribunale Penale di Catanzaro per il 19 aprile 2022 l'imputato principale Fulvio Zullo, direttore dell’Unita’ Operativa Universitaria di Ostetricia e Ginecologia presso l’Ospedale Pugliese di Catanzaro; Roberta Venturella, responsabile del Centro di PMA dell’ospedale Pugliese; Menotti Pullano, attuale responsabile dell’Unita’ Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliera ‘Pugliese-Ciacciò’ e Roberto Noia, medico specialista in Ostetricia e Ginecologia del Pugliese.

Prosciolti dall'accusa i ginecologi  Andrea Gregorio Cosco e Saverio Miceli.Tutti i medici rinviati a processo sono chiamati a rispondere dei reati di abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa. In particolare, in base alle accuse mosse dalla Procura e alle indagini svolte dalla polizia giudiziaria,  i sanitari avrebbero procurato un danno alla pubblica amministrazione pari a 60 mila euro prescrivendo piani terapeutici a pazienti che non ne avevano diritto e, in alcuni casi, che non avevano neppure mai fatto accesso all'ospedale Pugliese di Catanzaro.

Tra i reati contestati, quelli di maggior rilievo coinvolgono i Proff. Zullo e Venturella, afferenti all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Mater Domini. Nel capo di imputazione, davvero lungo e molto articolato, mosso dalla Procura di Catanzaro al Prof. Fulvio Zullo per i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa  si contesta che: “Zullo nell’esercizio delle sue funzioni di Direttore del Dipartimento Universitario di Ostetricia e Ginecologia presso l’A.O. Pugliese-Ciaccio di Catanzaro sino al febbraio 2017, quindi consulente ginecologico/oncologico sino a tutto l’anno 2019, dunque pubblico ufficiale; con artifizi e raggiri consistiti nell’attestare diagnosi non veritiere in n.12 piani terapeutici (dunque attestando falsamente fatti dei quali l’atto, formato nell’esercizio delle sue funzioni, è destinato a provare la verità), e segnatamente indicando falsamente che le relative pazienti erano affette da patologia rientrante tra quelle che consentono la prescrizione gratuita dei farmaci di cui alla nota Aifa 51, così inducendo in errore l’Amministrazione circa la sussistenza dei presupposti previsti dalla nota Aifa 51 nonché sulla regolarità delle procedure cliniche seguite per la relativa diagnosi”. Ed ancora: “sottoscrivendo n. 94 piani terapeutici ai sensi delle note Aifa 51 e Aifa 74 a favore di pazienti che non avevano mai fatto regolare accesso al Reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell'Ao Pugliese-Ciaccio; nonché prescrivendo n.9 piani terapeutici di cui alla nota Aifa 51 attestanti, tuttavia, diagnosi non previste dalla nota medesima; procurava alle predette pazienti un ingiusto profitto con pari danno per l’Amministrazione Pubblica per complessivi 62.672,11 euro, pari alla somma tra i costi sostenuti dal Servizio Sanitario Regionale per i farmaci indebitamente rilasciati in regime di esenzione (c.d. Dpc Distribuzione per conto) pari a 60.717,65 euro e quanto non incassato dall’A.O. Pugliese-Ciaccio a titolo di ticket sanitario di accesso pari a 1.954,46 euro. In altro capo di imputazione mosso a Zullo in concorso con Venturella (abuso d’ufficio), la Procura di Catanzaro contesta invece “l’emissione di 281 piani terapeutici a favore di 177 pazienti (di cui solo 55 piani terapeutici rilasciati a n.33 pazienti del centro PMA di Catanzaro diretto da Venturella) finalizzati alla somministrazione di farmaci di cui alla nota Aifa 74 o comunque di contrasto all’infertilità femminile ed indirizzando esplicitamente – si legge sempre nel capo d’imputazione – per la successiva procedura di Pma, le predette pazienti presso le seguenti strutture: “Casa di Cura Ruesch  ove Zullo riveste la posizione di medico specialista in Ginecologia per il tramite dell’associazione tra professionisti Genera Napoli, di cui Zullo detiene il 50 per cento delle quote”. Ed ancora si legge nel capo di imputazione: “intenzionalmente procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale alle predette cliniche (e, indirettamente, a Zullo medesimo) per complessivi 719.482.94 euro, pari alla somma versata da tutte le pazienti recatesi presso le sopra citate strutture sanitarie campane per sottoporsi alle pratiche di procreazione medicalmente assistita”.

Nei confronti di Roberta Venturella, invece, responsabile del nuovo centro di PMA dell’Ospedale Pugliese, unico centro in Calabria, la Procura di Catanzaro muove l’accusa di aver sottratto pazienti infertili alle cure del Centro stesso per trattamenti presso la casa di cura privata ‘Ruesh’ di Napoli dove lo stesso Zullo è operante sia come professionista sia come azionista. L'intervenuto rinvio a giudizio impone ora anche alle Aziende Pugliese e Mater Domini di Catanzaro di deliberare la loro  costituzione di parte civile al processo al fine di tutelare il grave danno all'immagine oltre a quello, secondo gli investigatori della Procura della Repubblica di Catanzaro, di natura erariale. Ipotesi di accusa che ora ha trovato e superato favorevolmente il vaglio di un Giudice terzo. L'esito di oggi potrebbe avere ripercussioni anche in ambito universitario ove l'imputato ZULLO Fulvio e Roberta VENTURELLA esercitano come professori. 

La Procura della Repubblica, guidata dal dott. Nicola GRATTERI, sembra aver avviato una serie di indagini per contrastare la corruzione ed il mercimonio della nobile professione medica. La decisione di oggi del GUP convalida il lavoro della Procura catanzarese, nello specifico rappresentata dal P.M. dott. Domenico ASSUMMA, circa la sostenibilità delle accuse mosse agli imputati nel celebrando processo.