Cronaca

Mafia, scoperto asse Palermo-Agrigento: 13 arresti dalla polizia

 PALERMO, 2 DICEMBRE 215 - Le squadre mobili di Palermo e Agrigento hanno condotto una vasta operazione antimafia della Polizia di Stato, denominata 'Icaro', che ha portato complessivamente a 13 misure cautelari nei confronti di presunti esponenti delle 'famiglie' mafiose di Agrigento e Porto Empedocle, un duro colpo per Cosa nostra. Gli investigatori hanno infatti accertato come non si sia mai spezzato lo storico vincolo tra le cosche palermitane e agrigentine, ricostruendo la mappa del pizzo imposto alle imprese. In particolare Cosa Nostra avrebbe tentato di condizionare una serie di importanti opere, tra cui la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, i trasporti con l'isola di Lampedusa e anche la ristrutturazione di alloggi popolari.

Sono finiti in manette i nuovi capi delle famiglie di Agrigento e Porto Empedocle: Antonino Iacono detto ‘u giardinisi’, 61 anni, e Francesco Messina, 58. Ai domiciliari è andato uno dei boss della mafia della provincia, Pietro Campo, di Santa Margherita Belice, che negli ultimi mesi aveva intrattenuto frequenti contatti con i boss di Corleone. Le accuse per i 13 sono a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, illegale detenzione di armi, detenzione di sostanze stupefacenti.[MORE]

Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Rita Fulantelli ed Emanuele Ravaglioli. Queste hanno mostrato come i boss non puntassero solo al pizzo, ma anche al controllo delle aziende, tra gli operatori economici dell’agrigentino circola quindi un clima molto pesante. La squadra mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, e quella di Agrigento, guidata da Giovanni Minardi, hanno tracciato una mappa aggiornata del pizzo.

(foto dal sito www.cronachecittadine.it)

Michela Franzone