Cronaca
Mafia, il neo pentito Galatolo confessa: "Il piano per uccidere Di Matteo è ancora operativo?
PALERMO, 21 OTTOBRE 2014 – È Matteo Messina Denaro “che progetta l’attentato nei confronti del magistrato Nino Di Matteo, per conto di entità esterne”. L’ho ha confessato il neo pentito Vito Galatolo, detto “u picciriddu”, colui che nel 2012, confessa ancora, ha procurato centocinquanta chili di tritolo per la strage.
Quando a fine 2012 Di Matteo decise che il magistrato doveva morire, “perché stava andando oltre con le indagini”, lo comunicò a tutti i boss di Cosa nostra tramite una missiva, questi si riunirono in un summit a cui partecipò anche Galatolo, e si prese lui il compito di procurare il tritolo, che è stato nascosto in un bidone nella campagne di Monreale. La Dia da giorni lo sta ricercando, ma è molto probabile che il bidone sia stato spostato.
Il neo pentito ha avvertito che ci sono entità esterne a Cosa Nostra che vogliono Di Matteo morto, e la modalità che Messina denaro avrebbe scelta sarebbe quella dell’autobomba, come successo per l’attentato di via D’Amelio.[MORE]
Ciò che vogliono capire gli inquirenti è perché il boss vuole rilanciare la moda stragista, che caratterizzò la mafia degli anni ’90, e la risposta sembra si possa trovare nell’ambito politico. Questi anni, come quelli, si sono distinti per un clima politico in subbuglio, specialmente nel 2012 quando finì il ventennio berlusconiano, Mario Monti annunciò le dimissioni e si prevedevano nuove elezioni. La mafia allora vuole di nuovo creare confusione per poi aver modo di sistemare le cose a modo suo. Seppure adesso la situazione sembra essere un po’ più tranquilla rispetto a quando Messina Denaro decise la morte del pm, “u picciriddu” è stato chiaro: “Il piano per uccidere Di Matteo è ancora operativo”.
(foto dal sito www.trs98.it)
Michela Franzone