Cronaca

Mafia, Francesco Messineo: "I distributori di benzina primo fattore di arricchimento"

PALERMO, 18 MARZO 2014 - Il Procuratore Capo di Palermo Francesco Messineo è stato ascoltato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, nella giornata di ieri, a Roma. Qui Messineo, insieme ai procuratori aggiunti Leonardo Agueci, Vittorio Teresi e Maria Teresa Principato, ed il sostituto procuratore Antonino Di Matteo, ha dato conferme sul radicamento del fenomeno mafioso in Sicilia.

"Cosa Nostra – ha dichiarato Messineo - ha un interesse diretto sulla destinazione delle risorse economiche pubbliche e in particolare quelle che confluiscono in Sicilia. Un fatto chiaro e palese è il diverso rapporto del governo regionale con le istituzioni giudiziarie e di polizia. Sono cresciute le denunce".[MORE] 

“La mafia – ha proseguito Messineo - ha avuto sempre un notevolissimo peso elettorale. Nella nostra banca dati abbiamo circa cinquemila soggetti legati a Cosa Nostra, molti dei quali vivono in mezzo a noi, nella società civile. Lascio immaginare quale forza elettorale riescano a mobilitare, con centinaia di migliaia di voti”.
Una mafia, dunque, che sembrerebbe sempre più presente nei palazzi del potere, il che ha reso, negli utlimi tempi, sempre più frequente il ricorso allo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose, cosa che però, secondo Messineo, “non risolve il problema, perché dopo la gestione commissariale il gruppo mafioso prende nuovamente il controllo”.

In merito alle attività economiche di “interesse mafioso”, Messineo ha precisato che nessuna “attività economica è indenne. Si tratta solo di spostarsi verso ciò che è più conveniente”. Messineo ha così fatto riferimento all’infiltrazione “mafiosa nel mercato ortofrutticolo, nelle attività portuali e nei distributori di benzina che è un fatto conclamato“. Questa ultima attività sarebbe, secondo il Procuratore Capo, molto redditizia: “Truccando le colonnine in modo che segnano più di quanto effettivamente erogato – ha dichiarato - un solo distributore rende 15 mila euro l'anno”. “Un primo fattore di arricchimento passa proprio per il controllo di questo mercato”.

“Attraverso le indagini della Guardia di finanza sulle colonnine truccate – ha continuato poi Messineo - abbiamo individuato diversi distributori riconducibili alla famiglia Graviano. Il sequestro però per la famiglia mafiosa non è un grande danno perché spesso poi viene riaperto da un'altra parte”.
 

(Foto dal sito nuovaresistenza.org)

Katia Portovenero