Cronaca

Mafia. Di Matteo non vuole il carrarmato, ma lo stato tuteli il suo ruolo

PALERMO, 11 DICEMBRE 2013 - Il PM Di Matteo non parteciperà all’udienza di Milano in merito alla trattativa Stato-mafia, poiché le condizioni di sicurezza dell'aula bunker non sarebbero ritenute ottimali. La decisione è stata presa in seguito alle nuove minacce pronunciate dal Boss Totò Riina, che si era già espresso, contro il magistrato.

«Deve morire e lo faremo in modo eclatante». Queste le ultime parole, riferite esattamente a Di Matteo, che la Dia ascoltando le intercettazioni in carcere del boss corleonese, ha captato.

Una situazione sempre più difficile e di tensione. Le parole di Riina hanno tutti i connotati di un progetto di attentato al magistrato, giunto ormai in fase esecutiva. La notizia viene comunicata subito alle Procure di Palermo e Caltanissetta, che indagano sulle intimidazioni al PM.

Minimizzare gli spostamenti ed intensificare le misure di sicurezza sono i provvedimenti che saranno presi per evitare brutte sorprese. Lo stesso Di Matteo ha però declinato la proposta, avanzata dal Comitato Nazionale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è svolto a Palermo alla presenza di Alfano, di girare per le strade di Palermo su un carrarmato da guerra Lince. Il PM ha detto no a qualsiasi ipotesi del genere: «Non posso andare in giro per Palermo in un centro abitato con un carro armato».[MORE]

Adesso è compito dello Stato fortificare quanto più la posizione di Di Matteo, tutelandone il ruolo e permettendo, per quanto possibile, che il PM Di Matteo, spiraglio di luce e verità di un’indagine oscura e contorta, non resti isolato.

Il patrimonio storico che gli italiani hanno in relazione a queste vicende è già pesante e grave. Non si trascuri il fatto, come Falcone ci insegna, che la condanna a morte dettata da un boss, è immediatamente esecutiva e senza via di fuga e così parlò Riina: «Deve morire. Mi stanno facendo impazzire».

Di Matteo ha rifiutato il carrarmato, ma resta comunque un soldato da salvare e proteggere!

Sergio Sulmicelli

foto da huffingtonpost.it