Politica

Mafia Capitale, Zingaretti: "Vittima della macchina del fango messa in moto da Buzzi"

ROMA, 6 AGOSTO 2015 – Piovono accuse nei confronti delle istituzioni di Roma e del Lazio da parte di Salvatore Buzzi, interrogato dagli inquirenti nell’ambito delle indagini su Mafia Capitale. [MORE]

Nel corso della giornata di ieri, i media hanno riportato alcune delle presunte dichiarazioni dell’ex capo della Coperativa 29 Giugno, che nel corso dell’interrogatorio avrebbe affermato: "Nell'anomalia del Comune di Roma, i 78 milioni di euro con Marino li decisero in maniera vaga addirittura senza appalto, quindi c'abbiamo questi meccanismi, capito? Cioè io le vorrei dire una cosa che sembra banale, i vuoti si riempiono, quindi se io non mi occupo delle cose il mio posto viene preso sicuramente da qualcun altro, quindi qual era il nostro problema quotidiano tutti i giorni? Era sbattersi tra la politica e tra i dirigenti, passa' sui corridoi, assumere persone". Sembrerebbe che Buzzi, nel corso del lungo interrogatorio, avrebbe fatto riferimento anche al Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti e alla questione relativa all’acquisto del palazzo della Provincia.

Immediata è arrivata su Facebook la replica del Presidente della Regione, che dalla sua pagina ufficiale ha replicato in maniera precisa e dettagliata a quello che sarebbe il racconto di Buzzi, basato su “fatti in cui lui non è coinvolto direttamente ma che gli vengono raccontati da terze persone”. Scrive Zingaretti che Buzzi stesso “ammette che si potrebbe trattare di cialtronerie, di chiacchiericcio, di falsità. Siamo alla delazione per sentito dire. Fino ad oggi ho preferito parlare il minimo possibile, confido e sono certo che i magistrati sapranno fare luce su queste dichiarazioni calunniose per cui ho già querelato Buzzi. Oggi però, ho deciso che avrei dovuto rispondere, reagire al fango che mi è stato gettato addosso in questi giorni da un pregiudicato in regime di custodia cautelare per accuse gravissime. E lo faccio, non solo ribadendo la falsità delle dichiarazioni di un uomo con le spalle al muro che ha messo in atto una strategia difensiva e personale per scagionarsi dalle accuse di mafia dichiarandosi vittima di un sistema, ma anche per chiarire tutti quegli aspetti che dalle dichiarazioni di Buzzi appaiono confusi e imprecisi”.

“Il signor Buzzi –ha proseguito Zingaretti– riferisce di aver sentito di ‘operazioni poco trasparenti’ per l’acquisto del Palazzo della Provincia che riguarderebbero me ed altre persone. Da quanto emerge dai verbali Buzzi avrebbe parlato anche di una ‘gara bandita dalla Provincia per l’acquisto della nuova sede’ e di ‘un pre-contratto di acquisto’. Buzzi dice il falso. La Provincia di Roma non comprò nessun palazzo prima che venisse costruito. Compito della mia amministrazione, insediatasi nel maggio 2008, fu quella di portare a termine una operazione avviata nel 2005 dalla precedente amministrazione. Confermo di non aver mai ricevuto nessun tipo di beneficio personale, materiale, economico o politico, visto le polemiche che ha suscitato, da quella scelta”. In merito agli “accordi spartitori su alcuni appalti regionali con le opposizioni”, Zingaretti ha precisato che “non esistono e non sono mai esistite spartizioni di nessun tipo. Non lo dico io ma lo dicono i fatti: in due anni e mezzo di presidenza della Regione con oltre 4 miliardi di bandi assegnati, le cooperative legate a Mafia capitale non hanno preso un centesimo. Non appena abbiamo avuto percezione di una possibile infiltrazione nel bando Cup, lo abbiamo immediatamente sospeso e ripresentato in collaborazione con l’Anac di Raffaele Cantone. Va ricordato che se non avessimo bandito questa gara sarebbe continuato lo scandalo di un servizio da decenni in proroga sui cui c’è una inchiesta della Corte dei Conti”.

Zingaretti ha poi concluso, specificando: “Ho deciso di scrivere queste righe perché non posso più accettare di essere vittima della macchina del fango messa in moto da Buzzi. Non posso più accettare menzogne e bugie che tentano di delegittimarmi pubblicamente. Ne va del mio nome, della mia onorabilità e soprattutto dell’enorme lavoro di pulizia, trasparenza e buon governo che in meno di tre anni siamo riusciti a realizzare alla Regione Lazio. E che forse dà fastidio a molti”.

(foto it.wikipedia.org)

Elisa Lepone