Mafia Capitale: la Cassazione conferma l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso
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ROMA, 11 APRILE 2015 – I giudici della sesta sezione della Corte Suprema hanno respinto nella giornata di ieri il ricorso presentato da Salvatore Buzzi, fra i personaggi cardine dell’inchiesta della procura romana su Mafia Capitale, contro l'ordinanza del tribunale del Riesame che, nel corso del mese di dicembre, aveva confermato l’istanza di custodia cautelare decisa dal gip di Roma.
A trovare conferma è stata anche l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso per l'associazione che, secondo quanto ipotizzato dall’accusa, sarebbe stata creata da Salvatore Buzzi, Massimo Carminati e altri indagati, imputazione contestata da Alessandro Diddi, legale di Buzzi. Nel corso della giornata di ieri, la Suprema Corte di Cassazione ha rigettato anche il ricorso dell’ex vicecapo del gabinetto Veltroni, Luca Odevaine, indagato per corruzione, e quello dell'ex ad dell'Ama Franco Panzironi, accusato di associazione a delinquere con l'aggravante mafiosa.[MORE]
Rigettati anche i ricorsi di Carlo Maria Guarany e dell'imprenditore Agostino Gaglianone, mentre sono stati disposti, limitatamente alle esigenze cautelari, nuovi riesami sulle posizioni di Emanuela Bugitti, Giuseppe Mogliani e Mario Schina. E’ stata invece annullata, “limitatamente all'aggravante del metodo mafioso e alle conseguenti esigenze cautelari”, l’ordinanza di custodia cautelare per Giovanni Di Carlo, detenuto a Rebibbia dopo essersi consegnato spontaneamente agli uomini dei Ros e arrestato con le accuse di trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento con l'aggravante del metodo mafioso.
(foto www.uti.it)
Elisa Lepone