Cronaca

Mafia Capitale - Atto Secondo: in manette 44 persone, tra cui consiglieri comunali e provinciali

 ROMA, 4 GIUGNO 2015 – 44 persone sono finite in manette questa mattina, nella nuova valanga che si è abbattuta su Roma di una nuova Mafia Capitale: c'è anche Luca Gramazio, ex consigliere comunale attuale consigliere regionale del Pdl, Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa con la Giunta di Ignazio Marino, Mirko Coratti del Pd, ex presidente dell'assemblea capitolina, Franco Figurelli, ex capo della segreteria dell'assemblea capitolina, Michele Nacamulli, esponente locale del Pd, Pierpaolo Pedetti, presidente della commissione Patrimonio del Comune di Roma, e tanti altri ancora.

I capi d'accusa vanno da reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, alla corruzione, la turbativa d'asta, le false fatturazioni, il trasferimento fraudolento di valori, l'estorsione, l'usura e il riciclaggio. L'indagine è stata portata avanti dal procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, che hanno coordinato gli accertamenti sul campo dei carabinieri del Ros, con a capo il colonnello Stefano Russo e la supervisione di Mario Parente. Coinvolte le provincie di Roma, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Catania e Enna, nelle disposizioni di notifica e perquisizioni.

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A livello comunale

Dalle intercettazioni emergono anche nomi del Consiglio regionale del Lazio, e atti di corruzione del Consiglio comunale di Roma. Nello specifico, vi sono le presunte corruzioni di Coratti e Figurelli dell'Ammistrazione, di Giovanni Fiscon, e amministratore delegato di Ama. Non mancano pressione “di tipo mafioso” per il rinnovo del consiglio comunale di Roma; in particolare “Buzzi, previo consenso di Carminati […] prima prometteva e poi erogava stabilmente a Franco Figurelli utilità economiche, consistenti in erogazioni in denaro per 1.000 euro al mese. A Coratti, invece, sarebbero stati da 100mila euro oltre all'assunzione di una persona da lui stesso indicata dalla coop mafiosa '29 giugno'”. Le erogazioni servivano all'asservimento degli interessi del gruppo politico che gravitavano nelle istituzioni legate a filo diretto con Carminati e compagni. Le evidenze emergono con particolare chiarezza in alcune intercettazioni, dove si fa spesso uso della “metafora della mucca”, che deve essere “continuamente foraggiata” per “essere munta bene”.

A livello regionale

Per quanto riguarda il coinvolgimento dei vertici regionali, la corruzione coinvolge principalmente le convenzioni dell'emergenza alloggiativa, con le turbative d'asta in relazione a questi appalti. Ci sono inoltre le corruzioni connesse al piano di dismissione del patrimonio immobiliare di Roma. Negli atti si legge che “Buzzi, Carminati e Gramazio elaboravano il progetto di partecipazione alla gara, assumevano le determinazioni generali in ordine alla turbativa e utilizzavano il ruolo di Gramazio, espressione dell'opposizione in Consiglio Regionale per rivendicare, nel quadro di un accordo lottizzatorio, una quota dell'appalto”.

Foto: ilfattoquotidiano.it

Dino Buonaiuto