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Mafia, Berlusconi e Dell'Utri nuovamente indagati per le stragi del '93

Giuseppe Sanzi
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Mafia, Berlusconi e Dell'Utri nuovamente indagati per le stragi del '93
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FIRENZE, 31 OTTOBRE - Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'inchiesta sui mandanti occulti delle stragi mafiose del 1993, che colpirono Firenze, Roma e Milano. La procura di Firenze ha già ottenuto dal giudice delle indagini preliminari la riapertura del fascicolo, archiviato nel 2011, e ha delegato nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia. [MORE]

A far riaprire l'indagine le parole pronunciate in carcere dal boss Giuseppe Graviano, intercettato in carcere durante una conversazione con il suo compagno dell'ora d'aria, il camorrista Umberto Adinolfi. Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c'è stata l'urgenza", diceva Graviano il 10 aprile dell'anno scorso, spiato dalle telecamere della Dia posizionate nel braccio del 41 bis del penitenziario di Ascoli Piceno.

"Lui voleva scendere, però in quel periodo c'erano i vecchi – raccontava Graviano - lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa". E ancora: "Trent'anni fa, venticinque anni fa, mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché ti rimangono i soldi...". Il legale di Berlusconi, l'avvocato Nicolò Ghedini, ha già bollato queste parole come "illazioni e notizie infamanti prima del voto, non avendo mai avuto alcun contatto il presidente Berlusconi né diretto né indiretto con il signor Graviano".

Già in passato il leader di Forza Italia era stato indagato per sospetti legami dalle procure di Firenze e Caltanissetta. Nel 2009 era stato tirato in ballo da Gaspare Spatuzza, ex collaboratore dei Graviano, accusato di essere stato in contatto con Cosa Nostra nei primi anni Novanta. Le accuse però non portarono a nulla e la posizione di Berlusconi fu archiviata. 

 

Giuseppe Sanzi

(fonte immagine usatoday.com)

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Scritto da Giuseppe Sanzi

Giornalista di InfoOggi

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