Madonna di Porto: Protettrice della provincia di Catanzaro
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Madonna di Porto: Protettrice della provincia di Catanzaro

giovedì 3 marzo, 2011

CATANZARO, 3 MARZO - Madonna di Porto, un culto lungo quattro secoli.  Vediamo di ricostruire, grazie al libro di Giuseppe Pullano “La Madre dei Miracoli”, la storia legata al culto della Madonna di Porto (Madonna di Costantinopoli), provando a focalizzare la nostra attenzione su tre eventi prodigiosi, accaduti nel corso di quattro secoli. [MORE]

Andiamo un po’ indietro nel tempo, esattamente intorno al 1600.
La fama del culto della Madonna di Costantinopoli venerata a Napoli si era estesa in Calabria, in occasione della peste del 1625 e 1626, come scrive lo storico Domenico Lamannis: "Pervenuta era alla mia patria Gimigliano la fama delle grazie, che si ottenevano mercè l'invocazione della Vergine sotto il titolo di Costantinopoli, e non solo in Napoli, ma in ogni dove erasi estesa la devozione, e non solo nei casi di peste, ma per ogni altro flagello".
La presenza di due sacerdoti annoverati tra gli uomini più sapienti della Gimigliano del 1600, facilitarono il desiderio del popolo di venerare una immagine della Madonna di Costantinopoli dello stesso tipo iconografico napoletano. A evidenziare la continuità e il richiamo alla tradizione orientale e napoletana, anche a Gimigliano fu osservato il digiuno a pane ed acqua perché lo Spirito Santo ispirasse correttamente il pittore incaricato di eseguire il lavoro. L'artista prescelto fu un pittore dozzinale di Gagliano, alle porte di Catanzaro, di nome Marco Pizzuto soprannominato Marcangione.
Accade il primo fatto prodigioso: "Il Quadro viene dipinto per mano divina": il pittore prima di accingersi all'esecuzione dell'opera, digiuna per lasciarsi ispirare dalla Provvidenza, riproducendo quindi immagini sacre riferibili a bellezze divine. La mattina seguente, fa per accingersi a dipingere il quadro, ma… "Venuto il giorno seguente, dato di piglio alla tavoletta dei colori e dei pennelli, si avvicina al quadro per l'esecuzione, ed oh qual rimase sorpreso vedendo compito il lavoro, non da mano umana, ma angelica". Il quadro di Gimigliano rientra nella tipologia delle Acheropite, cioè delle immagini non dipinte da mano umana: il significato del termine è da ricercarsi nella tradizione iconografica. Da quel momento Gimigliano istituì una devozione tutta particolare per la Madonna di Costantinopoli: il martedì, come per Costantinopoli e Napoli, divenne anche per Gimigliano il giorno dedicato alla Madonna e si istituì anche la festa del martedì di Pentecoste.

Accade il secondo fatto prodigioso…"L’apparizione della Madonna": A metà del XVIII secolo nei boschi circostanti il paese, viveva un giovane di nome Pietro Gatto. Era da tutti considerato un brigante, quindi costretto a nascondersi, ma in realtà era un semplice ladruncolo. Una notte, nell'ottobre del 1753, nel sogno la Madre di Dio lo invita a cambiare vita "…e gli fece sentire essere sua volontà ch'egli Le erigesse una piccola cappellucia, volgarmente detta Cona, con la sua Immagine, simile al Quadro esistente nella Chiesa di Gimigliano, nel luogo detto Porto, sopra quel promontorio di pietra che gl'indicò e dove, scorrendo il fiume, le andava da vicino ad urtare". Pietro Gatto, aveva deciso di cambiare stile di vita e di convertirsi, anche se nessuno volle prestare attenzione alla sua decisione. Neanche l'arciprete di Gimigliano gli volle credere.  Pietro Gatto volle, però,  dare ascolto all'invito della Vergine: si recò a Porto e decise di costruire con le sue mani il proprio monumento di fede. Pietro Gatto costruì cosi questo piccolo monumento ricco di significato e di valori: egli cambiò radicalmente vita, indossò un saio di frate e mutò il suo nome in Frà Costantino. Visse la sua vita nella valle di Porto, riparandosi in un romitorio costruito in prossimità della "Cona" e soddisfando ai bisogni con l'obolo dei fedeli che, passando da Porto, notavano la piccola costruzione sorta sulle rive del Corace, nella quale il Gatto fece dipingere l'immagine della Madonna di Costantinopoli da un pittore improvvisato. Intorno alla cappelluccia sorse un artistico piccolo santuario - costruito per preservare la costruzione di Pietro Gatto - che iniziò ad essere meta di costanti pellegrinaggi.

Accade il terzo fatto prodigioso: "La conversione del Colonnello Gouguet":
Il 24 febbraio 1807, i Francesi, dopo accanita lotta occuparono, saccheggiarono e incendiarono Gimigliano. Un colonnello francese, probabilmente il Gouguet, entrato in chiesa e vista l’immagine della Madonna di Costantinopoli, rimase rapito dalla sua bellezza, e subito la fece togliere dalla sua cornice, l’avvolse e la portò a Catanzaro. E’ facile immaginare il dolore dei gimiglianesi che consideravano il Quadro come il pegno più caro dei loro affetti: a tal riguardo lo storico D. Lamannis riferisce che essi “piangevano più la perdita dell’immagine che delle proprie sostanze”. Alla sera, il citato colonnello, stanco delle fatiche del giorno, si pose a letto, desideroso soltanto di riposo; ma quale non fu la sua grande meraviglia e il suo timore, quando spento il lume, vide all’improvviso illuminata la sua stanza da una luce misteriosa che proveniva dall’immagine della Vergine riposta nell’armadietto.
La meraviglia e il timore nell’animo del vecchio legionario si trasformò in un sentimento di devozione profonda.
Alle prime luci dell’alba scrisse una lettera ai sacerdoti di Gimigliano, pregandoli di andar subito a Catanzaro per ricevere la Sacra Immagine della Madonna che egli intendeva restituire all’amore dei suoi figli. Correva l’anno 1807, esattamente il 3 marzo quando fu restituito il quadro della Vergine, oggi collocato nel Santuario di Porto, rubato dai francesi e portato a Catanzaro.

Il Santuario della Madonna di Porto, che è stato il primo ad essere riconosciuto diocesano nel territorio di Catanzaro-Squillace, è così diventato uno dei centri più alti della spiritualità mariana in Calabria.
Un legame storico e devozionale unisce in particolare la città di Catanzaro e l'intera provincia alla Madonna di Porto. Infatti Catanzaro consacrò la sua devozione alla Madonna il 18 maggio del 1948, quando il quadro della Vergine fu accolto da migliaia di persone in Piazza Prefettura e ospitato nella Basilica dell'Immacolata. Fu un avvenimento che rinsaldò l'appartenenza e la memoria storica dei cittadini alla Madonna di Porto, iniziata nel 1807 durante l'invasione delle truppe napoleoniche. Il territorio dell'intera provincia fu coinvolto dalla "Peregrinatio" della miracolosa immagine nel 1949: la Madonna di Porto fu ospitata da 47 paesi (del lametino, del soveratese e della presila) che ad essa si consacrarono.
Del fenomeno religioso-popolare di Gimigliano si è occupato il Dipartimento di Sociologia dell'Università di Padova con delle ricerche sul campo che hanno confermato un indiscutibile linea di tendenza : il culto della Madonna di Porto "ripete tutte le parabole dell'esperienza religiosa e traduce il mondo della religione in un mondo vivo, fatto di uomini alla ricerca della loro identità sotto ogni punto di vista". E aggiungiamo, un'identità fatta di storia sociale, culturale e religiosa di un vasto territorio della provincia di Catanzaro con importanti influenze nel contesto della Regione. Il Quadro è stato oggetto di due restauri ad opera di massimi esperti romani e in tutte e due i viaggi a Roma è stata benedetta da Paolo VI (27 febbraio 1974) e Giovanni Paolo II (26 febbraio 1997). Nel 1984( 6 ottobre) Papa Wojtyla durante il Suo viaggio in Calabria l’aveva incoronato nello stadio di Catanzaro.
Il 2010, esattamente il 2 marzo e di martedi, la Madonna di Porto è stata proclamata Protettrice della Provincia di Catanzaro.

Mario Sei


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