Macerata: bufera politica sul caso della sparatoria
Cronaca Marche

Macerata: bufera politica sul caso della sparatoria

domenica 4 febbraio, 2018

MACERATA, 4 FEBBRAIO – L’uomo che a Macerata ha ammesso di aver sparato contro alcuni stranieri di origine africana prima di essere fermato dalla polizia, era stato candidato alle elezioni amministrative del 2017 a Corridona, nelle Marche, con la lega Nord.[MORE]
Si tratta della tornata elettorale del 11 giugno scorso; nel programma anche il “controllo degli extracomunitari”, il 28enne aveva preso 0 voti.

Sulla vicenda è stata immediata la bufera politca. "Si è trattato di un'iniziativa criminale di carattere individuale, sicuramente preparata" ha detto il ministro dell'Interno, Marco Minniti, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio a Macerata al termine del Comitato per l'ordine e la sicurezza. "Non ci sono elementi che facciano riferimento a un background di carattere organizzativo, ma su questo le indagini proseguiranno - ha sottolineato il ministro - ma c'è chiaramente un background del criminale che è chiaramente di estremismo di destra. Quello che è avvenuto ricorda moltissimo un raid di rappresaglia, una rappresaglia armata del tutto casuale".

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in una dichiarazione a palazzo Chigi sostiene che "lo Stato sara' particolarmente severo verso chiunque pensi di alimentare una spirale di violenza. I comportamenti criminali - ha aggiunto - non possono avere alcuna motivazione ideologica. Fermiamo insieme il rischio di una spirale di violenza, il popolo italiano sapra' stringersi attorno alle istituzioni e ai comuni valori della Repubblica" e, in ogni caso, assicura che "delitti efferati e comportamenti criminali saranno perseguiti e puniti". Infine, conclude con quello che sembra un auspicio: "Odio e violenza non ci divideranno".

"La responsabilità morale di qualunque episodio di violenza che accade in Italia" è di chi "l'ha trasformata in un enorme campo profughi" ha commentato il leader della Lega. E ancora: "Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle" ma poi aggiunge: "E' chiaro ed evidente che un'immigrazione fuori controllo, un'invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale". Il leader della Lega, Matteo Salvini, pur condannando il gesto, accusa "chi apre ai clandestini", ma riscuote gli attacchi di numerosi esponenti della politica e non solo. Contro il leader della Lega, e i toni che utilizza quando si parla di immigrazione, si sono scagliati il presidente del Senato, Piero Grasso, e la presidente della Camera, Laura Boldrini. Parole severe sono arrivate al segretario del Carroccio anche dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e dall'esponente LeU, Nicola Fratoianni. Ma l'accusa più dura Salvini la incassa da Roberto Saviano: "È lui il mandante morale".

Anche il segretario del Pd, Matteo Renzi, rivolge un invito a tutti i partiti politici: "Dopo i fatti di Macerata, vorrei fare un appello a tutti, ma proprio a tutti, alla calma e alla responsabilita'". Perché, osserva, "verrebbe facile tenere alta la polemica verso chi ogni giorno alimenta l'odio contro di noi. Ma sarebbe un errore: è tempo di calma e di responsabilità, davvero. Abbassiamo subito i toni, tutti. Non strumentalizziamo questa vicenda.

Infine Di Maio: "Non si faccia campagna elettorale sulla loro pelle" Appello simile arriva dal candidato premier M5s, Luigi Di Maio, che dalla Sicilia dice: "Faccio un appello a tutte le forze politiche e a tutti i leader dei partiti. Stiamo in silenzio e non facciamo la campagna elettorale sulla pelle della ragazza uccisa e dei feriti di oggi. Ho visto che e' gia' partita la querelle tra i partiti politici a chi si accusa l'uno contro l'altro. Io faccio un appello alla sobrieta' e al rispetto sia ai feriti di oggi che alla vittima di qualche giorno fa. Non e' possibile che anche su una tragedia del genere si faccia campagna elettorale".

Fonte immagine: corriere.it

Alessia Panariello


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