Fantasticherie del cuore
Ma dov'e' oggi Zaccheo?
23 NOVEMBRE 2015 - C’è un tentativo non troppo palese di orientare la vita dell’uomo solo sulle attenzioni materiali, quali strumenti necessari per poter vivere la vita nel migliore dei modi possibile. Di per sé, questo indirizzo, rientra nella quotidiana percezione e rappresenta l’orientamento economicosociale degli ultimi cinquanta anni. Il problema non sta nell’aspirazione dell’uomo di ottimizzare la propria esistenza, ma nell’escludere da questa tendenza naturale il “progresso” del suo mondo interiore. Un credente, ma specialmente un cristiano, non può dimenticare che nel cuore dell’uomo Dio ha scritto un desiderio che nessuno potrà mai cancellare. Il nostro corpo tende verso la materia, perché di essa è composto, mentre l’anima che è spirito, cerca Dio, che è Purissimo Spirito e Fonte primaria della nostra vita. Qualche domanda perciò va posta con serietà e naturale attenzione. [MORE]
Perché si tende ad eliminare dal linguaggio comune la richiesta di sostegno alla propria anima? Per quale motivo si moltiplicano gli stimoli verso il corpo, bombardandolo con mille bisogni giornalieri, spesso programmati a tavolino? Ognuno dovrebbe rispondere con onestà intellettuale e con il cuore privo di ogni pregiudizio. Solo così si accorgerebbe di un pesante stravolgimento della dimensione reale dell’essere umano, ormai schiavizzato dai consumi e manipolato nella sua coscienza. Chi potrebbe, ad esempio, sostenere che il desiderio dell’anima di tendere a Dio, possa essere da impedimento al progresso e allo sviluppo di una qualsiasi comunità? Penso proprio nessuno. È esattamente il contrario. Una società che vive nella giustizia sociale; nel rispetto per il prossimo; nella fraternità più reale; nella condivisione cristiana; nel riconoscimento e nella valorizzazione dei talenti altrui, è soltanto destinata a crescere e progredire.
Dovrebbe l’uomo ricordarsi di Zaccheo. Il vangelo di Luca lo descrive molto bene nella sua personalità pubblica e nel suo cammino interiore. È un uomo ricco; esattore delle tasse per conto dei romani; ha tutto quello che vuole; il suo corpo è ben soddisfatto. Manca però di qualcosa! Nel vangelo viene descritto come un qualcuno che avendo pensato solo alle cose materiali, si accorge all’improvviso di essere attraversato da profonde insoddisfazioni e quindi spinto dalla ricerca di ciò che il suo cuore reclama. Il giorno tanto atteso si presenta ai suoi occhi. Gesù passa per la città di Gerico, accompagnato da una grande folla. Zaccheo vuole incontrarlo; lo vuole toccare; sente il bisogno di parlargli. Lui di statura piccola ha però difficoltà a comunicare con il Messia. Non si perde d’animo. Chi vuole una cosa necessaria, non molla facilmente. Sale sull’albero che si trova sulla quella via e da lì lo può vedere in tutta tranquillità il Signore che passa. Quell’uomo vissuto nella trasgressione cerca la verità e la verità gli va incontro.
Gesù lo chiama infatti davanti a tutti e gli comunica di voler visitare la sua casa. Il peccatore pentito si trasforma e diventa discepolo per sé e per coloro che, per il cuore indurito, si scandalizzano del comportamento misericordioso del Figlio dell’Uomo. Il corpo, pur se pieno di svariate cose terrene preziose e di mille licenze del vizio, quali alcool, droga, cibo e bevande costosi, ecc., rimarrà sempre vuoto, perché privo dell’unica vera “sostanza” di Dio. Il risultato lo conosciamo. Quanta gente ha tutto ciò che vuole dalla realtà in cui vive, ma spesso la depressione, il fallimento interiore, l’insoddisfazione del cuore, la travolgono anche fino alle estreme conseguenze. Questo servo del potere di Roma si priva invece anche della metà delle sue sostanze per darle ai poveri, restituendo quattro volte in più del mal tolto ai cittadini da lui truffati. Il suo interesse si sposta dalle cose terrene a quelle del cielo, non per costrizione, ma per la conquista di una piena libertà che gli cambierà e rivoluzionerà il resto della sua vita. Ma dov’è oggi Zaccheo?
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Egidio Chiarella
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