Politica
M5S, il Tribunale di Napoli ha sospeso l'espulsione dei 23 attivisti cacciati prima delle comunarie
NAPOLI - Il Tribunale di Napoli ha deciso di accogliere il ricorso del gruppo di attivisti espulsi dal Movimento 5 Stelle di Napoli pochi giorni prima delle comunarie - le primarie interne per la scelta di candidato sindaco e consiglieri - dalle quali erano stati esclusi con l'accusa di aver «partecipato a un gruppo segreto, "Napoli Libera", per manipolare il confronto in vista delle elezioni interne». Più precisamente, è stato accolto il reclamo di 23 dei 36 "ex" grillini in attesa del giudizio di merito. [MORE]
La settima sezione del Tribunale ha giudicato «illegittimi» i provvedimenti di espulsione in quanto a decidere doveva essere «l'assemblea degli associati», non lo «staff Grillo». «Nonostante il Movimento cinque stelle non si definisca partito politico, e anzi escluda di esserlo, - si legge in una nota del Tribunale di Napoli- di fatto ogni associazione con articolazioni sul territorio che abbia come fine quello di concorrere alla determinazione della politica nazionale si può definire partito».
Il giudice, in primo grado, aveva rigettato la richiesta degli espulsi di «ripetere le comunarie». Chiamato a pronunciarsi sulla «sospensione delle espulsioni», ora ha invece dato ragione ai ricorrenti: «In sede cautelare si deve dare prevalenza all'interesse degli esclusi a non vedere pregiudicato sin da subito nelle more del giudizio di merito, il loro diritto a partecipare alla vita politica del movimento, magari da una posizione antagonista rispetto alla linea del gruppo dirigente». Sono state dunque respinte le tesi del Movimento per il quale i 36 volevano «orientare il libero convincimento degli attivisti organizzati nel meet up di Napoli con l'intento di approvare la candidatura di Luca Capriello (uno degli espulsi, ndr) ».
La difesa di Grillo aveva giudicato «inammissibile» il reclamo visto che i 36 «avevano rifiutato una proposta di accordo formulata in prime cure, ai fini della riammissione nel movimento, dall'onorevole Roberta Lombardi per conto di Grillo».
«È stata necessaria un'aula del tribunale per riconoscere l'ingiustizia di una espulsione di massa tipo Stalin con la regia e l'atteggiamento padronale del deputato Roberto Fico che ha condotto alla sconfitta il movimento a Napoli. Chi perde in questa triste vicenda è il popolo napoletano che meritava di più», ha dichiarato Roberto Ionta, uno dei 36 espulsi.
[foto: napoli.repubblica.it]
Antonella Sica