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M5S, Di Maio: "Non faremo nessun accordo con Salvini"

ROMA, 15 LUGLIO – Subito al voto se Gentiloni cade, questa la linea dettata da Luigi Di Maio in caso di sfiducia all’esecutivo attualmente in carica. Per il portavoce del Movimento, il prossimo autunno rappresenta infatti ancora un periodo valido per andare alle urne.

“Questo è il quarto governo non eletto, direi di finirla qua” ha proseguito Di Maio, che ha poi chiuso la porta a Salvini, sottolineando che il M5S non intende stringere alleanze con i partiti tradizionali. Il frontman del Movimento ha inoltre ricordato che quando i cinquestelle si presenteranno alle Camere, sarà per avviare il governo e non “per fare accordi di spartizione dei ministeri”.[MORE]

Sulla legge elettorale, Di Maio ha rimarcato come il proprio partito si sia assunto la responsabilità di portare avanti il modello alla tedesca, salvo incontrare l’ostruzionismo del PD, che avrebbe trovato un pretesto per far saltare tutto.

Il vicepresidente della camera ha poi smentito una “svolta a destra” del Movimento, ricordando che “quelli che due mesi fa ci accusavano di razzismo, oggi dicono le nostre stesse cose. Non siamo ideologizzati, siamo per affrontare i problemi in maniera concreta”.

Di Maio ha poi proseguito attaccando Renzi, che “in cambio di 80 euro e un po’ di flessibilità europea ha impegnato l’Italia a prendere tutti i migranti in casa”, e Gentiloni, il quale “dovrà risponderci in aula su Triton”. Parole dure anche nei confronti di Minniti, ministro dell’Interno, reo di aver ripiegato sulla Libia dopo aver fallito nel vertice di Tallin: “è tornato con i compiti a casa, dieci nuovi hotspot in Italia di cui uno a Civitavecchia”.

In chiusura, tradizionale stilettata anche alle ONG, con riferimento alle quali la normativa introdotta dal governo sarebbe troppo debole. “Polizia giudiziaria a bordo delle navi”, è questa invece la ricetta del Movimento per fronteggiare il presunto fenomeno della collusione tra volontari nei soccorsi in mare e scafisti.

Attacchi a tutto campo per Di Maio, dunque, le cui dichiarazioni richiedono però delle precisazioni. Da un lato, infatti, l’operazione Triton è stata varata nel 2014 in sostituzione della più costosa Mare Nostrum: al tempo, il governo Gentiloni non era ancora in carica.

Dall'altro, per quanto riguarda la disciplina per l’accoglienza dei migranti, essa è contenuta nei due regolamenti di Dublino, entrambi precedenti l’inizio del mandato dell’esecutivo Renzi, ed entrambi atti europei già vincolanti per tutti i Paesi Membri dell’Unione a prescidere da eventuali provvedimenti di esecuzione adottati a livello nazionale.

Paolo Fernandes

Foto: nextquotidiano.it