Politica
Lupi e Camusso: è scontro sullo sciopero dei lavoratori di Ferrovie
ROMA, 11 DICEMBRE 2014 - Il Ministro dei Trasporti Lupi ha commentato negativamente la scelta dei sindacati Cgil e Uil, che hanno promosso per domani lo sciopero generale degli operatori di Ferrovie. La società di trasporti assicura comunque la copertura del servizio in una nota stampa, ma questo non basta per placare gli animi.[MORE]
Anche dal Ministero si utilizza la nota stampa, secondo la quale uno sciopero simile penalizzerebbe i cittadini in modo troppo ingerente, rischiando di ledere i diritti sanciti dalla Costituzione. Nella nota si legge che ci sarebbe "(...) il fondato pericolo di un pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati per i cittadini utenti del servizio pubblico del trasporto ferroviario, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha emanato questa sera un'ordinanza di precettazione per i dipendenti del suddetto servizio".
La reazione della Camusso
Con la precettazione, il Ministero di fatto obbliga i lavoratori a non aderire allo sciopero per motivi straordinari, facendo riferimento alla legge 146 del 1990. Il segretario generale della Cgil Camusso ha reagito alla formula della precettazione del Ministro Lupi in un'intervista rilasciata a Repubblica Tv "(...) è un atto grave. La nostra risposta è in atto, con forme di protesta e di denuncia di questo intervento a gamba tesa. Chiediamo la revoca della precettazione" spiega, aggiungendo che una presa di posizione simile da parte del Governo non può che generare conflitti.
Il presidente dell'autorità di garanzia per gli scioperi ha fatto sapere che la formula della precettazione possa essere applicata al caso, in quanto: "La concentrazione eccessiva è vietata dalla legge, ma i sindacati hanno ribadito la volontà di non adeguarsi alle indicazioni dell'autorità". Infatti, dopo lo sciopero di domani, sono previsti ulteriori scioperi del trasporto pubblico sia il 13 che il 14 Dicembre, creando un disagio che, secondo il garante, andrebbe ben oltre il diritto allo sciopero.
Annarita Faggioni