Cultura e Spettacolo

L’Uniter di Lamezia Terme in visita al Museo Marca

LAMEZIA TERME (CZ) 26 DICEMBRE - La  promozione della  cultura in tutti i campi,  unita alla  comprensione  culturale della realtà presente, è stato il principale obiettivo  che l’ Uniter di Lamezia Terme, presieduta da Italo Leone, si è proposta nel visitare, durante le festività natalizie,  la mostra personale “Reperti contemporanei” firmata dal  ceramista, scultore  e pittore lametino Antonio Saladino e curata dal critico d’Arte    Teodolinda Coltellaro  al Marca di Catanzaro dove potrà essere ammirata fino al 19 gennaio prossimo. I soci  del sodalizio lametino si sono aperti al confronto e al dialogo con il maestro Saladino che ha illustrato il percorso della sua visione poetica dell’arte dominante  nelle 50 opere esposte in ceramica, abbellite da patine ed inserti policromi che si impongono sulle bianche forme curvilinee. Nitida ed elegante, la mostra si compone di mezzi busti, cammei, maschere e formelle ispirate alla mitologia greco-romana ma rivisitata in  chiave moderna e appartenenti alla tradizione dei materiali come l’argilla, la terracotta, la ceramica, il mosaico, lo smalto. «Le opere – ha  chiarito  Saladino – sono volutamente privati degli arti e della testa come se fossero degli autentici reperti archeologici consunti nel tempo  e ridotti all’essenza diventando dimora per allegorie dei miti ellenici che le abitano, mausolei di antiche glorie oppure templi pagani, altari consacrati ai doni della natura e alla richezza immateriale.  

Anche le raffigurazioni presenti in questi  bassorilievi – ha aggiunto  Saladino additando gli stupendi bassorilievi – sono come tanti frammenti di una visione unitaria e compongono una rappresentazione di valenza universale». I soci dell’Uniter hanno potuto cogliere nei frammenti, nei corpi , negli oggetti ceramici, la capacità dell’artista  di narrare delle storie senza tempo attraverso i referimenti alla contemporaneità e nel contempo la storia stessa dell’uomo  sottraendo i reperti al comune destino delle cose e affidandoli al destino dell’opera d’arte. Nell’evoluzione del lavoro creativo di Antonio Saladino gli anni ’70-’80 rappresentano un periodo di ricerca e sperimentazione, sospesa tra ricerca e sperimentazione, ma gli anni ’90  segnano l’inizio del suo interesse esclusivo per la scultura ceramica che plasma  di una forte componente spirituale. Risale a questo periodo l’uso dell’argilla bianca diventata una  scelta definitiva  che assimila la connotazione materica del manufatto al risultato estetico della statuaria in marmo. Contestualmente i ritrovamenti archeologici nel territorio regionale, i frammenti scultorei e le statue prive di testa e braccia, affiorati in alcuni scavi, stimolano nell’artista l’idea del reperto simulato cui dà identità di opera attraverso la sintassi del pensiero e del linguaggio contemporaneo.

I soci dell’Uniter, sempre più entusiasti, muovendosi tra i suggestivi spazi del Museo Marca, hanno  ammirato l’elegante essenzialità delle forme, la preziosità del modellato e le  urne scultoree   contenenti sorprese da  verificare, decifrare, puntualmente commentate dall’artista  che ha spiegato anche le tecniche adottate per modellare i corpi antripomorfi nonché il messaggio e le istanze che ha inteso consegnare alla storia.  Un’occasione straordinaria per i soci che hanno potuto passare in rassegna tutti i frammenti scultorei di Saladino  cogliendo in alcuni la poesia dei colori ( La portatrice di giallo), la leggerezza delle nuvole e degli angel i( Il Portatore di nuvole), la preziosità degli avanzi di lavorazione ai quali dare dignità di esistenza ( La portatrice di scarti).

Foto: Opere di Saladino

Foto: Antonio Saladino

Lina Latelli Nucifero