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L'Ungheria e l'Internet Tax, il premier Orbán: «In questo modo non può essere introdotta»
BUDAPEST, 31 OTTOBRE 2014 - «In questa forma non può essere introdotto niente». Queste le parole del premier Orbán in merito alla possibilità di introdurre l’Internet Tax che nei giorni scorsi, per tutta l’Ungheria, ha portato alla protesta in piazza di migliaia di persone.
Il primo ministro ungherese, che ritorna ad essere accusato di misure politiche fasciste e autoritarie, ai microfoni di Kossuth Radio 180min ha comunque lasciato intendere che si tratta di un disegno di legge soltanto rinviato: «a metà gennaio – ha infatti dichiarato Orbán – sarà necessaria una consultazione nazionale su internet». Il provvedimento studiato dal governo magiaro, contenuto nella bozza di Finanziaria per il 2015, prevede una tassa di 150 fiorini (circa 50 centesimi di euro) per ogni gigabyte di traffico. Un’imposta su Internet che, sempre secondo l’opinione del premier Orbán, all’interno di un sistema fiscale seguirebbe soltanto un decorso naturale.
Tuttavia non sono dello stesso parere i cittadini ungheresi che a partire da Budapest hanno protestato veementemente contro il governo Fidesz. Un partito, quest’ultimo, che in durante l’anno ha stravinto tutte le tornate elettorali effettuate: europee, nazionali, amministrative. Una valanga di consensi che Victor Orbán non vuole di certo perdere: «Noi non siamo comunisti – ha continuato a spiegare ai microfoni di Kossuth Radio – non siamo contro il governo del popolo, ma il governo che si muove assieme alle persone».[MORE]
Al di là delle dichiarazioni più o meno di circostanza del premier ungherese i cittadini ungheresi possono tirare un sospiro di sollievo, almeno fino a gennaio.
(Immagine da telegraph.co.uk)
Giovanni Maria Elia