Lunedì della Prima settimana di Quaresima: il Giudizio finale di Gesù.
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Incominciamo con il dire che Tra i poteri divini che Gesù riceve dal Padre c’è anche quello di Giudice. Che Gesù, o il Cristo, o il Figlio dell’uomo sia il Giudice del mondo intero è verità essenziale della nostra fede.[MORE]
E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. (At 10, 42)
Gesù è vero Giudice universale.
Dinanzi a Gesù si presenterà ogni uomo: noto o ignoto, piccolo o grande, famoso e sconosciuto, re e schiavo, nato prima della sua gloriosa risurrezione o dopo, credente nel Dio dei Padri o pagano, osservante della Legge o suo trasgressore, santo o peccatore, giusto o ingiusto, dotto o ignorante.
Dinanzi a Gesù si presenterà ogni fondatore di religione, ogni teologo, ogni maestro e inventore di dottrine, ogni uomo di scienza e di tecnica, ogni filosofo e pensatore.
Dinanzi a Gesù comparirà l’umanità intera. Verrà chi governa e chi è governato.
Da Adamo fino all’ultimo uomo nato sulla terra tutti saranno riuniti davanti a Lui.
All’istante, senza proferire alcuna parola, deve compiere un vero atto di giudizio, operare una separazione.
Gesù divide gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. È questo il giudizio: vero atto di separazione. Giusto ed ingiusto, bene e male, vero e falso, adorazione e idolatria vengono separati per tutta l’eternità.
Da Adamo fino all’ultimo uomo tutto viveva nello stesso campo, come il buon grano e la zizzania, ora invece viene separato. Non c’è più alcuna possibilità di potersi confondere, nascondere, riparare, mimetizzare. Non ci sono più finzioni, né ipocrisie, né ambiguità. C’è separazione eterna.È questo il giudizio.
"e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi".
Ogni buona sentenza, ha anche una buona motivazione. Perché queste pecore sono giudicate degne di ricevere in eredità il regno? Perché queste pecore sono proclamate da Gesù: “Benedette del Padre mio”? Il motivo è il più semplice, è semplicissimo: Perché hanno amato Gesù. Lo hanno amato e gli hanno fatto del bene. Non gli hanno fatto chissà quale grande bene.
Non lo hanno ricoperto di gioielli, non gli hanno costruito case lussuose, non hanno inventato per Lui qualcosa di straordinariamente bello, o grande, o utile. Lo hanno amato non nell’ordine della grandezza, bensì della piccolezza. Lo hanno amato nella misura del più piccolo e del più povero di questa terra.
"Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato".
Questa sentenza di morte eterna è motivata con i medesimi argomenti della prima, però in senso contrario. Io ero affamato e tu non mi hai dato da mangiare. Da loro Gesù non è stato servito.
Ognuno sa per quale via si va verso l’inferno e per quale via si va verso il Paradiso.
La scelta giusta da fare è una sola: incamminarsi verso la via che conduce al Paradiso.
Questa via è una sola: la carità verso Cristo nei suoi fratelli più piccoli.