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05 FEBBRAIO 2014 - Lotta al cancro. Secondo lo Swiss Medical Board (SMB) lo screening mammografico sistematico è sconsigliato Secondo lo Swiss Medical Board (SMB), un autorevole organo scientifico interdisciplinare che si occupa di analizzare e valutare i processi medici diagnostici e gli interventi terapeutici, gli effetti positivi dello screening mammografico sono alquanto limitati. I controlli permettono di evitare solo 1-2 decessi ogni 1000 donne esaminate, ma generano terapie inutili per 100 di loro, confrontate con i risultati delle mammografie che si rivelano falsamente positive.
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Lo Swiss Medical Board (SMB) sconsiglia, quindi, i programmi sistematici di screening del cancro al seno, afferma in una nota lo stesso organismo.
Per giungere a tale conclusione, lo Swiss Medical Board - l'ente che, su mandato dei cantoni, analizza e valuta il processo diagnostico e gli interventi terapeutici dal punto di vista medico, economico, etico e giuridico - si basa su studi condotti tra il 1963 e il 1991.
Per lo SMB un esame di questo tipo andrebbe fatto solo dopo una valutazione medica approfondita e dopo aver messo al corrente la donna degli effetti desiderati e indesiderati dello screening mammografico.
La Lega svizzera contro il cancro (LSC) ha reagito immediatamente esprimendo la sua sorpresa circa le conclusioni degli esperti dello Swiss Medical Board.
In una nota, la LSC sostiene che lo studio su cui si basano le conclusioni della SMB non fornisce fatti nuovi ed è basato su una metodologia poco convincente. Per questi motivi, la Lega non vede perché si debba rimettere in questione la prassi attuale.
Anche la Federazione svizzera dei programmi di screening del cancro ritiene che la metodologia e le ipotesi di partenza siano insufficienti. Il rapporto costi-benefici calcolato dallo SMB si basa su interpretazioni sbagliate e ha lacune nel rapporto d'analisi. Pertanto, partendo dalla stessa base scientifica, i risultati dello SMB sono diametralmente opposti a quelli ottenuti da altri autorevoli esperti in Svizzera e all'estero.
Ancora una volta, quindi, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è superata la diatriba tra chi ritiene insostituibile lo screening e chi lo ritiene superfluo, dispendioso se non dannoso. Una cosa è certa: è opportuno per ogni donna un monitoraggio periodico delle proprie condizioni di salute per cercare di evitare di arrivare in ritardo a diagnosi che ancora troppo spesso giungono tardive.
(notizia segnalata da giovanni d'agata)