Sport

Londra, la grande giornata dell'atletica

 LONDRA, 10 LUGLIO 2012 – Giornata più che mai giallo-verde-nera quella di ieri per l'atletica: Usain Bolt ha fatto, ancora una volta, ciò che non era mai riuscito a nessuno: vincere, con i 100m, anche i 200 per due edizioni olimpiche consecutive. 19”32 il suo tempo. Il podio è tutto giamaicano: argento all'eterno secondo Yohan Blake (19”44), bronzo al giovane Warren Weir (19”84). Weir, classe 1989, era il meno abituato ai trionfi in mondovisione ed è infatti quello che si è commosso di più, mentre i due compagni andavano ad abbracciarlo e a congratularsi con lui.[MORE]

Bolt è apparso esaltatissimo. Ancora prima di tagliare il traguardo si è portato il dito alla bocca volgendosi verso Blake, come a zittire chiunque pensasse di mettere in discussione la sua superiorità. Con i giornalisti, ha lasciato trasparire un grande orgoglio, ma anche la difficoltà della gara: «Ero venuto qui per l'oro, adesso sono una leggenda, sono il più grande atleta vivente. Sono sullo stesso piano di Michael Johnson, un mito per me, sono cresciuto vedendolo battere record su record. È stata una corsa dura, sentivo la pressione degli altri, ho pensato di eseguire la mia corsa come mi aveva detto il mio allenatore, ho pensato molto alla tecnica. Questa tripletta è tutta merito suo, merita questi successi. Si vede che siamo forti ed è anche un bene per il futuro dei ragazzi della Giamaica».

Oltre a questi storici 200m, va segnalato anche il nuovo record olimpico negli 800. Ne è autore il 23enne kenyano David Rudisha: con 1'40"91 ha infranto il primato precedente, che già gli apparteneva, di 1'41"01. Per Rudisha, un masai il cui padre aveva vinto l'argento a Mexico City nella staffetta 4x400, si tratta del terzo record del mondo della sua carriera.

La gara è stata emozionante: a partire dai suoi partecipanti, quasi tutti giovanissimi. L'argento è andato a Nijel Amos, 18enne che ha conquistato la prima medaglia olimpica di sempre per il suo paese, il Botswana. Terzo posto infine per un altro kenyano, Timothy Kitum, che di anni ne ha appena 17. È il podio più giovane della storia olimpica dall'avvio dei Giochi moderni, nel 1896.

Per quanto riguarda l'Italia, da segnalare la bella prova dei nostri saltatori. Nel triplo, il 36enne Fabrizio Donato ha conquistato un bel terzo posto con 17.48, dietro agli statunitensi Daegu Christian Taylor, oro con 17.81, e Will Claye, argento con 17.62. Il finanziere di Latina ha dovuto fare i conti prima con un infortunio al tendine, poi con uno alla schiena: «Ho preso un anti-dolorifico prima della gara per sopportare meglio il dolore. Prima di ogni salto sentivo male», ha rivelato. Comunque, non ci si può lamentare: «Non sono riuscito a fare dei salti puliti, ma se salto sporco e prendo il bronzo va bene». È la diciannovesima medaglia italiana a Londra, la prima nell'atletica. Bravo anche Daniele Greco, piazzatosi subito dietro Donato con 17.34: «Alla fine sono quarto dietro ad un altro italiano. O io o lui potevamo essere sul podio e Fabrizio se l'è meritato dopo una lunga carriera, io spero di poterne fare altre tre di Olimpiadi. Per molti sarebbe una batosta la medaglia di legno, a me dà grande grinta e grande voglia di affermarmi a livello internazionale».

Michele Barbero

(Immagine da Afp)