Resilienze
Lombardia. Un Sacro Monte nella Natura incontaminato
VARESE (VA) 23 MAG - La vita frenetica e il lavoro, ci porta al consumismo e al caos, ma trovare un po’ di pace nel vedere la bellezza di alcuni posti, è un toccasana per la nostra salute e la nostra mente. In questo periodo segnato dal Covid 19 abbiamo ritrovato vecchie tradizioni ed ora anche posti che sono poco affollati e ci permettono di ritornare pian piano a quella che era la nostra vita, ma arricchita di nuove cose imparate, di speranza mai persa e per alcuni di decisioni mai prese prima.
Tra questi posti la nostra attenzione va al Sacro Monte di Varese. Sito in Lombardia, nella frazione di Santa Maria del Monte, è un luogo che si trova su un’altura che dà la possibilità di ammirare un bel paesaggio, fatto di boschi e prealpi varesine, e di un ambiente che dal Medioevo è meta di pellegrinaggi sia per il Santuario dedicato alla Madonna che possiede e sia per le quattordici cappelle che caratterizzano un percorso acciottolato, perseguibile a piedi in Natura, di 2 km con panorami da rimanere a bocca aperta.
I lavori delle cappelle, effettuati dall'architetto Giuseppe Bernascone, iniziarono nel 1604, furono interrotti dal 1630 al 1632 per la peste e furono completati nel 1698. Questo a testimonianza del fatto che anche questi posti hanno visto e assistito negli anni a eventi come il Coronavirus che li hanno resi posti ancora più apprezzabili. Se vi incamminate in questo sentiero potrete respirare aria incontaminata, ascoltare il cinguettio degli uccelli, riuscire a camminare nel rispetto delle distanze di sicurezza necessarie e magari incontrare lo scoiattolo rosso o la puzzola.
Patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2003, appartiene al gruppo dei nove Sacri Monte del Piemonte e della Lombardia (Varallo, Orta, Crea, Varese, Oropa, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Belmonte), vere e proprie opere architettoniche. Nei volti delle Statue rivediamo quelli degli abitanti di questi luoghi e dei pellegrini che nei secoli hanno vissuto tale esperienza, si crede che sulla via che porta a Sacro Monte siano passati in 300 anni 60 milioni di pellegrini.
Nelle viuzze tipiche del posto, sono presenti piccoli ristoranti per tutte le tasche che propongono piatti tipici e dolci fatti in casa con miele ricavato dagli apicoltori locali. Addirittura alcuni preparano piatti di asporto come il brasato accompagnato dalla polenta che potrete magari gustare seduti sull’erbetta mentre vi godete un pò di sole. Ricordate che “Il mondo è un libro, e chi non viaggia ne legge solo una pagina!” (Agostino d’Ippona).
Catia Cario